1^ DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO B
Mercoledì scorso, abbiamo iniziato il tempo di quaresima con il segno delle ceneri, segno di penitenza che ci invita a riflettere sul vangelo che abbiamo appena ascoltato.
Gesù che si ritira in preghiera. Questo momento di solitudine, questo rapportarsi con il Padre segna l’ inizio e poi il cammino dell’annuncio del vangelo: La notizia che Gesù è il Cristo, il figlio dell’uomo, cioè, la risposta al nostro bisogno più vero, l’essere del Padre.
La nostra comunione con il Padre, questa unione di amore ci porta a vivere in avanti.
La quaresima è il tempo di Dio, il tempo in cui ci affidiamo a Lui per scoprire ogni giorno il senso della nostra vocazione.
Nell’editoriale del nostro giornale parrocchiale vi riportavo il pensiero del nostro Papa:” La Quaresima giunge a noi come tempo provvidenziale per cambiare rotta, per recuperare la capacità di reagire di fronte alla realtà del male che sempre ci sfida”.
È il tempo in cui nel nostro cuore viviamo quella domanda del “Perché io?”.
Senza una domanda, non possiamo vivere poi la risposta e la risposta siamo sempre noi.
Non è un rimandare ad altri.
Riprendiamo il passo finale del vangelo di oggi:«Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Cos’è il convertirsi ?
Spesso lo paragoniamo ad una specie di “inversione ad U”, come ci hanno insegnato quando facevamo scuola guida.
Nel tempo, invece, mi è sempre piaciuto riportare quello che ci insegnava don Giussani, un pensiero in cui ci ritroviamo e nello stesso tempo rifiutiamo: ”La conversione non è cambiare la realtà ma vivere diversamente la realtà”.
Questo porsi diversamente fa sì che diventiamo testimoni nuovi.
Perché allora abbiamo bisogno della preghiera e della solitudine, come ci ha insegnato Gesù nell’andare nel deserto?
Lo abbiamo ascoltato dal salmo responsoriale :” Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”.
Abbiamo bisogno di sapere dove andare per iniziare poi a camminare.
Abbiamo bisogno di una meta, per dare un senso al cammino.
Abbiamo bisogno sempre di certezze, altrimenti seguiremo la nostra autoaffermazione piuttosto che l’ideale del Cristianesimo.
Cos’è questo ideale? L’incontro con Cristo.
Dove viverlo?
Sempre nel nostro giornale parrocchiale, riportavo il pensiero di Savonarola: ”La preghiera ha per madre la solitudine e per padre il silenzio”.
Viviamo questo tempo, seguendo questo sano consiglio!
Dedichiamo più tempo e spazio al nostro cuore per accogliere l’invito ad essere Suoi.