Questa domenica che per noi è anche giornata di festa, viviamo, anche se con anticipo di qualche giorno, l’anniversario del ringraziamento alla Madonna della Pietra per lo scampato alluvione del 1935.
Come vivere questo ringraziamento? Nella carità.
Oggi ricorre la 7^ giornata mondiale dei poveri. ll papa nel suo messaggio riporta:”È un appuntamento che progressivamente la Chiesa sta radicando nella sua pastorale per scoprire ogni volta di più il contenuto centrale del Vangelo”.
La carità la si impara nel tempo.
Penso che non sia sbagliato il verbo “imparare a fare la carità”. Il Papa usa il termine “progressivamente”.
Pensiamo alla nostra Comunità. In questi giorni stiamo vivendo la raccolta alimentare e poi ci sarà la distribuzione. Fondamentale riconoscere nel tempo le varie e nuove povertà, l’educazione alla povertà del cuore anche verso i defunti ecc… segni di una pastorale che segue e riconosce i segni dei tempi.
La difficoltà del vivere la carità. Il termine “caritativa” è la sintesi di questo passaggio, è quello di non distogliere mai lo sguardo dal perché viviamo quello che facciamo.
Come riporta il titolo del messaggio di questa VII giornata: «Non distogliere lo sguardo dal povero». (Tb 4,7)
Senza una partecipazione attiva, vissuta per quello che noi possiamo fare, rimane una teoria della fede. Le opere sono il segno concreto del nostro amore che nasce da un incontro con Cristo e viviamo con l’altro.
Il nostra Papa ci provoca dentro col suo messaggio dicendo:
”Se sono povero, posso riconoscere chi è veramente il fratello che ha bisogno di me. Siamo chiamati a incontrare ogni povero e ogni tipo di povertà, scuotendo da noi l’indifferenza e l’ovvietà con le quali facciamo scudo a un illusorio benessere”.
Riprendendo ciò che dicevo all’inizio, il fatto che noi viviamo la festa di ringraziamento alla Madonna, anche se è stato un evento che nessuno di noi ha vissuto, ma ne abbiamo solo sentito parlare dai nostri genitori, non dimentichiamo che la tradizione, cioè, il racconto delle opere di Dio verso l’uomo, sono il segno di un amore che non abbandona.
Questo amore noi lo rinnoviamo.
Penso a quello che spesso insegno ai catechisti/e di non riportare i brani del Vangelo come se fossero “favole”. La Parola di Dio è, invece, la realtà dell’amore che ha per il suo popolo.
Anche il Papa riporta un passaggio che ci aiuta a riflettere: ”I poveri diventano immagini che possono commuovere per qualche istante, ma quando si incontrano in carne e ossa per la strada allora subentrano il fastidio e l’emarginazione”
Amare significa donarsi, non essere spettatori.
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