Concludiamo questo tempo di Avvento con due segni.
Con i più piccoli oggi benediciamo Gesù Bambino che poi metteremo nei presepi.
Con i grandi vivremo il gesto della carità verso i poveri, in particolare, offriremo un aiuto per un centro medico in Africa.
Questi due segni ci riportano al Vangelo che abbiamo appena ascoltato:
La visitazione di Maria a Santa Elisabetta.
C’è un incontro di vita:La nascita di Giovanni il Battista e Gesù, l’ incontro tra l’ultimo e il più grande dei profeti e il messia.
“Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”
È bello soffermarsi per un momento sull’amicizia, al di là della parentela tra la Madonna e santa Elisabetta.
Queste due donne hanno creduto e accolto il segno di Dio, nel dono della vita.
Come spesso sottolineo ai genitori, è un dono e non un qualcosa di tuo, perché noi siamo dono di Dio al mondo.
Gesù Bambino che noi metteremo nei presepi, questo segno del Natale, dell’avvenimento cristiano, è un qualcosa che non è tuo ma viene fuori da te.
“Solo quel che ci viene da fuori, di sorpresa senza che lo si sia cercato, è gioia pura”.(Simone Weil)
Che gioia appartenere a Lui e divenire strumento nelle Sue mani verso gli altri!
Ecco il perché della carità. Non un’ elemosina ma un vivere, un condividere.
Raoul Follereau che ha vissuto quasi tutta la sua vita con i lebbrosi diceva:” La carità è una presenza. Bisogna non solo dare, ma darsi”.
Noi doniamo solo quando ci riscopriamo come dono.
“E’ beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Questo credere in Dio ci trasforma la vita e ci coinvolge in tutto ciò che viene di fronte a noi.
“La vita è il dono che Dio vi ha fatto. Il modo in cui la vivete è il dono che voi fate a Dio”.(Leo Buscaglia)
Questo tempo che ci separa dal Natale è il tempo del cammino, la carità della Madonna nel compiere la visita a Santa Elisabetta, questa carità di vivere con lei la gioia dell’annuncio dell’angelo, la gioia dell’avvenimento di Cristo.
Ma per voi più piccoli, cos’è veramente il Natale?
La ragione dell’asino
Una volta gli animali fecero una riunione.
La volpe chiese allo scoiattolo:”Che cos’è per te Natale?”
Lo scoiattolo rispose: “Per me è un bell’albero con tante luci e tanti dolci da sgranocchiare appesi ai rami”.
La volpe continuò: “Per me naturalmente è un fragrante arrosto d’oca. Se non c’è un bell’arrosto d’oca non c’è Natale”.
L’orso l’interruppe: “Panettone! Per me Natale è un enorme profumato panettone!”.
La gazza intervenne: “Io direi gioielli sfavillanti e gingilli luccicanti. Il Natale è una cosa brillante!”.
Anche il bue volle dire la sua: “E’ lo spumante che fa il Natale! Me ne scolerei anche un paio di bottiglie”.
L’asino prese la parola con foga: “Bue sei impazzito? E’ il Bambino Gesù la cosa più importante del Natale. Te lo sei dimenticato?”.
Vergognandosi, il bue abbassò la grossa testa e disse: “Ma questo gli uomini lo sanno?”.
Solo l’asino conosce la risposta giusta alla domanda fondamentale: «Ma che cosa si festeggia a Natale?».
Anche noi oggi vogliamo chiederci: “Qual e` l’elemento essenziale del Natale?” Proviamo a dire il nostro parere.