Conosciamo bene la lettura del vangelo di oggi.
Nella traduzione di qualche anno fa veniva così riportato: ”Non potete
servire Dio e mammona”.
Oggi la traduzione è:” Non potete servire Dio e la ricchezza».
Il significato è sempre lo stesso.
Gesù fa un ammonimento affinché l’uomo comprenda il vero senso della
ricchezza.
Se smarriamo il senso della ricchezza in Cristo che è la salvezza e la vita
eterna, rischiamo di ridurre la nostra vita alla ricerca di un tesoro
materiale che soddisferà il nostro piacere, ma saremo sempre più schiavi
di prima.
Vi ho già riportato la spiegazione di Nouwen sull’uomo ricco che
costruisce una cassaforte, poi una casa più forte, poi un cancello ecc… per
proteggere i suoi beni. Alla fine scopre che in realtà è diventato schiavo
dei suoi stessi beni.
Gesù ci offre il dono della libertà nella ricchezza di appartenere a Lui.
“Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro o si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro”.
Nel nostro cammino vocazionale, cioè, nel seguire Cristo, non c’è spazio al
compromesso. C’è una scelta concreta che è sì sostenuta dalla Grazia
dello Spirito Santo, ma che non può scendere al compromesso di seguire
due padroni.
Perché questo ammonimento?
Perché Gesù insiste sul male della ricchezza di questo mondo?
Perché non basta mai.
“L’uomo può inebriarsi di se stesso, ma non se ne può nutrire. E’ così
piccolo che non si compiace in altro che in sé ed è così grande che non si
soddisfa in altro che in Dio”.(Ernest Hello)
A proposito del desiderio delle ricchezze, ricordiamo il 10°
comandamento: ”Non desiderare la roba d’altri” ti porta poi al furto,
oppure allo sfruttamento ecc..
Dalla prima lettura del profeta Amos arriva una forte ammonizione:
”Il Signore mi disse:
«Ascoltate questo,
voi che calpestate il povero
e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio
e si potrà vendere il grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento,
diminuendo l’efa e aumentando il siclo
e usando bilance false,
per comprare con denaro gli indigenti
e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”».
Il Signore lo giura per il vanto di Giacobbe:
«Certo, non dimenticherò mai tutte le loro opere».
Quando anch’io frequentavo il catechismo, mi hanno insegnato anche “i
quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio”.
Uno dei peccati che gridano al cielo è l’oppressione dei poveri.
Il monito del Papa San Paolo VI è: ”I ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri”. Questo il male del mondo che genera poi guerre e tutto ciò che viene.
Se Dio è la ricchezza, allora solo il vero amore sarà la radice del tutto e
quando la radice è Dio, il frutto sarà buono.