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omelia domenica 17 maggio 2020

VI^ DOMENICA DI PASQUA – ANNO A
Cosa ci lega a Gesù?
Come vivere questa appartenenza a Lui che ci offre una via per la salvezza?
Osservando i suoi comandamenti.
Nelle regole noi vediamo un limite alla nostra libertà, dimenticando, invece, che i comandamenti aiutano a scoprire ciò che veramente è la via.
La tentazione maggiore che vive il cristiano praticante è quello di pensare che può bastare a se stesso, che può uscire dalla strada buona, prendendo anche una scorciatoia, pensando di arrivare prima per fare del bene anche agli altri. Non sa, invece, che chi lascia la strada del bene, automaticamente, prende la strada del male.
Non esiste una via di mezzo.
Gesù è molto chiaro:” Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama”.
Come vivere tutto ciò?
Per la nostra esperienza personale, sappiamo bene che la tentazione è sempre dietro l’angolo. La giustificazione al nostro male, la troviamo sempre disponibile ed accettabile anche dagli altri.
Penso spesso al rapporto con i poveri, a quando, molte volte, non ritroviamo quel ringraziamento che, in fondo, desideriamo che ci sia.
San Josè Maria Escrivà insegnava a riguardo:” Non voler essere come quella banderuola dorata del grande edificio: per quanto brilli e per quanto stia in alto, non conta nulla per la solidità della costruzione. Sii tu come la vecchia pietra nascosta nelle fondamenta, sotto terra, dove nessuno ti veda: proprio per te la casa non crollerà.”
Questo nostro amore con Cristo, questa nostra appartenenza nasce da un rapporto continuo con Lui.
Anche Sant’Agostino insegnava:
”La casa di Dio si fonda credendo, si erige sperando, ci completa amando”.
Un’amicizia si rafforza nella presenza.
Gesù stesso lo dice nel vangelo di oggi:”Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità”.
Mancano solo due domeniche per festeggiare la domenica di Pentecoste, la festa del dono dello Spirito Santo, il Paràclito.
Questo dono della Grazia ci porta a vivere la fede come incontro con l’altro.
Viviamo il dono della Pasqua, questo dono che ci rende davvero unici!
Necessita la nostra adesione per vivere l’appartenenza con Lui.
Come fare?
Prestare attenzione, porsi in ascolto.
Come ci insegna Papa Francesco:” Non si può vivere la Pasqua senza entrare nel mistero. Non è un fatto intellettuale, non è solo conoscere, leggere… E’ di più, è molto di più! “Entrare nel mistero” significa capacità di stupore, di contemplazione; capacità di ascoltare il silenzio e sentire il sussurro di un filo di silenzio sonoro in cui Dio ci parla”.
C’è un incontro unico che nessuno può toglierci perché Dio è vivo e vero.
Egli si pone come presenza di fronte alla nostra vita e ci indica la via alla salvezza.
San Pietro, nella seconda lettura di oggi, ci invita a riscoprire questa sua compagnia:” Carissimi, adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”.