XV^ DOMENICA DEL Tempo Ordinario – ANNO C 2019
Da poco abbiamo meditato e, direi, abbiamo studiato la parabola del Buon Samaritano, una parabola che ci spinge a comprendere la novità unica del Vangelo di Cristo.
Gesù ci invita “Ad andare oltre”, cioè, ad essere e a fare la differenza.
Il comandamento dell’amare Dio e il prossimo non è nuovo. Come abbiamo ascoltato dalla prima lettura, già Mosè invita il popolo israelita a vivere questo comandamento. Gesù va oltre, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con il prossimo.
Mentre per il popolo ebraico e direi anche per noi, il prossimo, spesso, è solo colui verso cui abbiamo una certa simpatia, la parabola del Buon Samaritano ci invita ad “Essere prossimo” ,cioè, a capire che il prossimo è colui che hai di fronte, colui che ha un bisogno e tu ti fai risposta al suo bisogno, non chiudendoti nella tua categoria di valutazione dell’altro. Io amo te, perché mi sei simpatico o, peggio, perché mi rispondi con un grazie. Come si legge in Matteo:” Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pagani?”
Se viviamo la fede, circoscritta nel nostro cerchio, in un’individualità che distrugge, come potremo scoprire che Gesù è universale?
L’incontro con l’altro ci arricchisce. Non pensiamo e non cadiamo nell’errore di pensare di essere sempre noi a dare. Nell’amore, cioè, nella carità, si riceve e si dà. Si tratta, appunto, di un incontro che arricchisce. La carità è l’unico tesoro che aumenta solo quando viene data.
Da dove parte questa forza per vivere la diversità, per vivere quella carità che fa sì che ci sia una differenza che costruisca un mondo migliore? Perché, appunto, è carità e non volontariato?
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso».
È dall’amore di Dio che noi riceviamo la Grazia per essere un incontro con il povero che ci offre la sua mano per vivere la fede.
Voglio riportare un’espressione molto bella che ci aiuta a capire il passaggio dal primo al secondo comandamento:”Cristo entri nel nostro cuore, si stabilisca completamente dentro di noi, ci trasformi totalmente in Lui, esprima se stesso interamente in noi”.(Sant’Andrea di Creta)
Viviamo l’occasione della carità, anzi, facciamoci occasione di carità!
Come spesso avviene in certe occasioni, non basta dire:”Sappi che io ci sono, se serve qualcosa fammi sapere ecc…”.
A me hanno insegnato che si fa una cosa: Non si aspetta che l’altro te la chieda. Se poi non gli serve, non ha importanza. Tu, però, hai fatto il passo di andare incontro all’altro.
Cristo,come il buon samaritano, ci chiede di non passare oltre, ma di fermarsi ed essere risposta ad un bisogno.