venerdì, 18 Ottobre 2024
Home / Catechesi / Omelia Domenica 13 ottobre 2024 (XXVIII Domenica del tempo ordinario Anno B)

Omelia Domenica 13 ottobre 2024 (XXVIII Domenica del tempo ordinario Anno B)


In più occasioni ci siamo soffermati sulla storia del giovane ricco e sul confronto tra altri ricchi, come Matteo e Zaccheo che invece hanno deciso di seguire Gesù.
Un incontro tra una miseria (quella della ricchezza materiale) e l’amore vero (la libertà in Dio).
Mi faceva riflettere un commento su questo brano del vangelo che ritroviamo tra le righe ed è il come inizia l’incontro: ”Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”
Questo giovane, come diremmo in gergo, inizia ”Col piede sbagliato”.
Non considera Gesù il Messia, bensì un maestro.
Lo mette alla pari di se stesso, non vive un bisogno, una ricerca di un Padre.
Ma Gesù, questa ha una tenerezza eterna, vive l’incontro con lui e accoglie la sua richiesta: “Cosa fare per la vita eterna”.
L’uomo si differenza dagli animali perché vive il senso delle cose, il cosa fare che non è limitato al solo vivere, diremmo “campare” alla giornata e viverlo poi con un fine che va al di là della vita terrena, “avere in eredità la vita eterna”.
C’è una bellissima espressione del vangelo che è unica in sé ed è il centro della pagina del vangelo di oggi: ”Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò”
C’è un’inquietudine nell’uomo che ci rende tristi e Dio offre un amore grande che ci rende veramente liberi.
Questo amore di Gesù ci rende liberi dal nostro “fare” che sarà buono e giusto, come lo è quello del giovane ricco: ”Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Il passaggio verso non più un fare ma un “vivere” nella libertà in Cristo: ”Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!»
La povertà non è il non aver dei beni. Ricordiamo le beatitudini ”beati i poveri in spirito”. La povertà è il vivere la libertà dai beni di questo mondo, uscire da stessi ed amare il prossimo, il condividere (non il dare) con i poveri, il vivere con l’altro la gioia di essere amati da Lui, per camminare insieme verso di Lui.
Chi si crede ricco, vincente e sicuro, fonda tutto su di sé e si chiude a Dio e ai fratelli, mentre chi sa di essere povero e di non bastare a sé stesso rimane aperto a Dio e al prossimo. E trova la gioia.” (Papa Francesco)
Il ripetere la frase “l’amore ci rende liberi” è un invito ad ognuno di noi, perché comprendiamo che la libertà è la felicità di essere uomini.
“Il denaro è forse a scorza di ogni cosa, ma non ne è il cuore: vi procura il cibo, ma non l’appetito, il medico, ma non la salute, le conoscenze, ma non gli amici, i servitori, ma non la dedizione, i momenti di gioia, ma non la pace dell’anima e la felicità”(Henrik Isben)
Pensando poi a come si conclude l’incontro tra Gesù e il giovane:” Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.”
Ha paura di vivere la vera libertà e prende consapevolezza che è schiavo di se stesso, dei suoi stessi beni.