Abbiamo ascoltato la parabola del Padre misericordioso, la parabola più bella di tutti i vangeli che ci mette in crisi perché in ogni passo, in ogni passaggio del rapporto tra Padre e figli, noi stessi ci ritroviamo a discutere sul nostro rapporto con la misericordia e a chiederci che senso abbia veramente la misericordia, cos’è questo dono che solo dal padre può venire a noi come dono.
È un dono che viene da un Altro perché c’è quel passaggio centrale del dialogo tra il Padre e il figlio maggiore che è la sintesi del tutto:
”Bisognava far festa”.
Dio avverte un bisogno verso di noi. Egli ci vuole con Lui e desidera il nostro ritorno a casa, anche se si tratta di un ritorno che costa fatica. Spesso mi piace riportare la meditazione di Papa Benedetto XVI riguardo alla parabola di oggi che egli chiama “La parabola dei due fratelli”. Con parole simili scrive:”Il perdono non costa soltanto a chi lo fa ma anche a chi lo riceve, perché accettare il perdono significa anche cambiare”.
Il Signore ci invita a questa conversione, a questo lasciare la caducità del mondo.
“Il nostro cuore desidera l’infinito, ma viceversa si riempie poi con una minuzia”.(Lessing)
Bisogna cercare la felicità vera. Il piacere di questo mondo ci lascia sempre più assetati e affamati.
Il cibo non ci guarisce. Esso non è quel pane vero. Solo l’eucarestia ci colma di beni veri.
Il Padre, nella sua misericordia, ci offre il Suo corpo e il suo sangue.
La riconciliazione col Padre, il figliol prodigo ha bisogno di una casa, il fratello maggiore ha bisogno di capire che soddisfa un perdono e non la rabbia che ha verso il fratello più piccolo che poi non fa altro che nascondere il suo desiderio di volerlo imitare.
Una direzione fa la differenza: E’ quella direzione a cui noi ci poniamo che ci porta ad una scelta “Essere o non essere del padre”, appartenere al Suo cuore o stare lontano da Lui. Il figliol prodigo riconosce questo bisogno, ha questa fame, inizia un cammino di penitenza,una penitenza ricolmata dall’abbraccio del Padre, una tenerezza che accoglie, che non ti giudica, che non ti chiede nessun resoconto e che neanche ti lega con altri fardelli. Come diceva il Curato d’ars:”Dio non ha memoria del peccato”.
Noi, invece, dovremmo fare memoria della Sua misericordia.