La festa del Corpus Domini è una delle feste più antiche della Chiesa,
una festa che è nata in Belgio nei primi anni del 1200 e che poi papa Urbano IV ha voluto che si celebrasse in tutta la Chiesa.
Prima si festeggiava il giovedì dopo la domenica della SS. Trinità (in alcune città ancora la si festeggia il giovedì).
Perché è importante questa festa?
Innanzitutto il motivo.
Il popolo voleva fare una festa oltre al giovedì santo.
Questa festa rimanda all’ultima cena.
Mi raccontavano che molti anni fa, al mio paese di origine, il parroco all’inizio della settimana santa, faceva la visita e la confessione agli ammalati e che poi, il giovedì o il venerdì santo, si faceva una processione (come al Corpus Domini) e si portava il viatico agli ammalati.
Questo per sottolineare l’importanza dell’Eucarestia.
Il viatico, definizione che si usa quando si parla della comunione agli ammalati, significa: ”caparra per la vita eterna”.
Noi abbiamo bisogno della sua Presenza, abbiamo bisogno di Gesù per vivere un cammino, anche nella sofferenza.
Vivo l’Eucarestia proprio perché avverto un bisogno che non posso trovare in ciò che è solo sperimentabile di fronte ai miei occhi.
Nella terza domenica di Pasqua e in una messa del mese di maggio, abbiamo riflettuto su una famosa frase del piccolo principe: ”Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.
Solo in un bisogno che abbiamo nel cuore, in questa ricerca che ci scuote dentro, possiamo riconoscere che nell’Eucarestia abbiamo ricevuto un dono.
Pensiamo all’Ultima cena. Quando Gesù sta per essere tradito cosa fa?
“Reagisce al male con un bene più grande. Al no” di Giuda risponde con il “sì” della misericordia. Non punisce il peccatore, ma dà la vita per lui, paga per lui.”(Papa Francesco)
È un’ offerta della vita l’eucarestia.
Noi entriamo in comunione con Lui.
Nonostante le nostre fragilità, peccati e tradimenti o rinnegamenti, Lui continua ad offrirsi per noi.
Lo diceva anche il nostro Papa alla festa del Corpus Domini nel 2021:
”L’Eucaristia guarisce perché unisce a Gesù: ci fa assimilare il suo modo di vivere, la sua capacità di spezzarsi e di donarsi ai fratelli, di rispondere al male con il bene. Ci dona il coraggio di uscire da noi stessi e di chinarci con amore verso le fragilità altrui. Come fa Dio con noi. Questa è la logica dell’Eucaristia: Riceviamo Gesù che ci ama e sana le nostre fragilità per amare gli altri e aiutarli nelle loro fragilità”.
Nel mese di maggio, riprendendo la catechesi sul vangelo dei discepoli di Emmaus, di don Luigi Epicoco, abbiamo riflettuto sulla necessità di riscoprirci amati da un Amore unico.
Un Amore, con la “A” maiuscola, cioè un dono che viene da un Altro.
La fede è un cammino educativo, passo dopo passo e nel cammino l’Eucarestia è l’alimento che ci porta a vivere questo pellegrinaggio della fede.