Nella nostra comunità, in più occasioni, abbiamo riflettuto sul senso della vita e della morte, partecipando più volte al rito delle esequie dei nostri familiari o amici.
In queste occasioni ci siamo rapportati col senso della vita più che col senso della morte, perché nolenti o volenti, la conclusione della vita eterna ci costringe a riflettere sul senso della vita.
Dove andiamo effettivamente?
La fede in Cristo, ci apre la visione del mistero centrale del tutto.
Come insegna Papa Francesco: ” Non si può vivere la Pasqua senza entrare nel mistero. Non è un fatto intellettuale, non è solo conoscere, leggere… E’ di più, è molto di più! “Entrare nel mistero” significa capacità di stupore, di contemplazione; capacità di ascoltare il silenzio e sentire il sussurro di un filo di silenzio sonoro in cui Dio ci parla”.
Questo silenzio che noi viviamo nel cuore ogni volta che entriamo in questo luogo in cui diremmo “tutto tace”, nel cuore urla la domanda:
”Chi sono io e dove vado?”
Solo nel porsi questa domanda, l’uomo vive perché sa che nel domani, nel ciò che verrà, tutto ha un senso.
Cristo ci invita al domani, al mistero della resurrezione che coinvolge le azioni del nostro oggi.
“ Il mistero pasquale personale di Cristo si estende nel mondo condensando il mondo in lui”. (François-Xavier Durrwell)
Quando noi facciamo, viviamo, cioè, la caritativa, significa che abbiamo speranza, siamo ottimisti.
A riguardo vi riporto questo pensiero:
” Se nonostante tutto siamo ottimisti è perché Cristo è risorto. Immersi nella sua morte e risurrezione, risorgiamo ogni giorno”. (Don Franco Delpiano)
Il bello del vivere, è questo dono d’amore, perché la resurrezione è un dono d’amore, questa Grazia che salva il cuore dell’uomo e che non lascia che tutto diventi cenere.
Dio ama l’umanità e per questo amore eterno vuole che l’uomo non si perda.
Non lascia che la terra di questo mondo porti via con se’ l’affettività vera che abbiamo vissuto insieme.
“Non si può seppellire la verità in una tomba: questo è il senso della Pasqua”. (Clarence W. Hall)
La bellezza di amare è il condividere il bello e Dio Padre offre la bellezza della resurrezione del Figlio, nel dono della Grazia dello Spirito Santo. Viviamo con fede questo cammino alla resurrezione.
Ancorati alla certezza dell’amore divino, affrontiamo il mare della solitudine che ci coinvolge nei momenti dello sconforto quando viviamo la morte dei nostri cari.
Oltre l’orizzonte di questo mondo, ci attende l’alba nuova della resurrezione .