Ho sempre desiderato mantenere la tradizione di celebrare la S. Messa l’8 maggio, giorno della supplica alla Madonna di Pompei, e offrire la Messa in suffragio della mamme defunte e pregare per le nostre mamme viventi. E’ un invito alla comunità per riflettere e ringraziare per questo dono che Dio ha offerto all’umanità.
Pregheremo per tutte le nostre mamme, perché abbiamo bisogno di questo cuore di madre, per vivere e per dare un senso ai nostri passi.
“Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. “Individuo” vuol dire “che non si può dividere”. Le madri invece si “dividono”, a partire da quando ospitano un figlio per darlo al mondo e farlo crescere”. (Papa Francesco)
Questo amore che poi viene condiviso, fa crescere e rafforzare la nostra comunità, partendo dal nucleo familiare.
“Una bambina a cui fu chiesto dove fosse casa sua rispose “Dove c’è la mamma”
E’ una casa che accoglie, una casa in cui il nostro cuore riposa in pace.
Una volta una mamma mi disse:”Quando tutti i figli sono in casa, il cuore di una madre sorride”.
Noi viviamo questa casa nella carità di un amore unico nel suo genere. Sappiamo per esperienza che l’amore che perdona è un amore carnale che nasce dalle viscere.
Basta dire che la radice della parola ebraica MISERICORDIA è utero.
Di Papa Francesco mi ha colpito principalmente un suo pensiero riportato in occasione della riflessione sul testo dell’Ave Maria:”Un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna.”
Avvertiamo questo bisogno perché un bambino si rivolge a colei che lo nutre.
Chi ormai è anziana o chi non c’è più su questa terra ogni giorno ci nutre ancora alla vita con i suoi insegnamenti, la sua testimonianza che perpetua nell’educazione che noi offriamo ai nostri figli.
Tante volte, portando anche una razionalità nei nostri discorsi, abbiamo accusato i nostri genitori dicendo loro che bisogna fare parzialità tra i figli, che bisogna porgere la mano a chi ti è più vicino… e poi ci siamo sentititi dire: ”Quando sarai mamma, capirai”.
Quante volte, soprattutto, da adulti, abbiamo assistito i nostri genitori al capezzale del letto e abbiamo riscoperto un amore che ci appartiene!
Una comunione è più vera in una continuità di legami.
Cos’è l’amore che perdona?
Ve lo spiego con un breve esempio: ”Il rapporto con Dio e anche quello con i genitori, è come un filo che spesso si spezza, ma che viene riannodato e ogni volta che si fa un nodo, si accorcia e noi ci avviciniamo di più”.
Nella supplica alla Madonna del Rosario che si celebra alla fine della Messa, ripetiamo nel nostro cuore questa frase:” E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie”.
Siamo come i bambini in fasce che si abbandonano alla seno della madre e si nutrono della sua Grazia.
Per un momento lasciamo nel nostro cuore questa immagine e scopriremo così che nelle braccia di una mamma, la nostra vita, procede al sicuro.