Ogni anno per noi questa data diventa sempre più importante.
Non è solo la festa della conclusione del mese di maggio, ma è anche la festa della visitazione di Maria a santa Elisabetta.
Diremmo che è la festa in cui facciamo un po’ di sintesi dell’anno pastorale che si sta concludendo e dell’estate che verrà.
Abbiamo avuto un mese ricco di novità: Cresima, prime Comunioni in particolare e anche feste come il primo e l’otto maggio.
Il mese appena trascorso è un mese di inizio del periodo estivo che ci porterà alla festa di san Biagio e della Madonna della Pietra.
Come prepararsi a queste feste?
Riscoprendo, innanzitutto, la gioia di appartenere a Dio.
“In tutto quel che suscita in noi il sentimento puro ed autentico del bello, c’è realmente la presenza di Dio. C’è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno. Il bello è la prova sperimentale che l’incarnazione è possibile. Per questo ogni arte di prim’ordine è, per sua essenza, religiosa“. (Simone Weil)
Senza la gioia cristiana, l’uomo rischia di ridurre la fede in Cristo più al venerdì santo che alla Pasqua.
Si vive, cioè, una fede che si limita solo a ciò che si vede e non si va oltre.
Gesù ci invita a ricordare un dono che solo la fede può offrire, perché solo nella fede possiamo avere quello sguardo oltre al tutto che è limitato.
Pensiamo ad oggi, al miracolo di santa Elisabetta e in particolare all’incarnazione del Verbo nel seno di Maria.
Sul primo miracolo possiamo anche discuterne razionalmente, ma riguardo all’incarnazione, alla verginità di Maria e al suo essere Madre di Dio, è un Mistero.
“Il Cristianesimo non è un pensiero, ma l’annuncio di una Presenza: l’Incarnazione è un fatto accaduto. Senza la Madonna non potremmo intendere nulla del senso religioso della pretesa cristiana e della Chiesa“. (Don Giussani)
Nel vivere con lo sguardo a Maria, noi viviamo la fede nella gioia di essere fatti per un Altro.
Penso così ad un’altra festa dell’estate, a quella dell’Assunzione di Maria in cielo.
Che c’è di più bello nel vivere sapendo che non tutto si conclude?
Voi che abitate in questa contrada, in questi ultimi anni e mesi avete vissuto il dramma della morte di familiari che erano adulti, ma non anziani o vecchi,un dramma che ci percuote dentro e che mette in gioco tutta la nostra adesione di fede in Colui che è tutto.
Invochiamo la fede che hanno avuto la Madonna e santa Elisabetta,
due donne che comunitariamente hanno vissuto la gioia di essere scelte da Dio.
Non sono unite nel dolore. Fanno compagnia nella gioia.
Un’amicizia che vive la gioia l’ uno dell’altra fa la differenza in tutto.
Perché nel dolore noi portiamo il paragone (come dite voi erroneamente, pensa a chi sta peggio) ed essere uniti nella gioia, invece, è un ringraziamento ed è solo nella grazia che riconosciamo la bellezza di Dio.