Oggi, in questa occasione speciale in cui celebriamo la conclusione del mese mariano, abbiamo vissuto in particolare un momento di festa per riflettere anche sul senso vero e proprio della giustizia e della legalità.
Queste parole si accompagnano sempre .
Come diceva il prete francese Abbè Pierre:”Prima della carità, che ci sia la giustizia”.
Ogni uomo ha il diritto innato di vivere nella giustizia che non deve essere offerta solo dal governante. Bisogna costruirla insieme. Deve partire dal basso e non imposta dall’alto. Devi sentirla tua.
Sai che tutto questo porterà a costruire un futuro migliore e che tu sei protagonista di questa nuova storia.
L’ insieme ci rende forti.
Vi riporto un pensiero del giudice Borsellino:” È normale che esista la paura in ogni uomo. L’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti”.
Si avverte la paura di essere diversi, di essere estraniati dal gruppo dei “cosiddetti” amici se non fai quello che dicono loro, se non prendi in giro gli altri, se pensi che si è forti solo quando facciamo i “bulli”, per cui ci si adegua al gruppo. Poi, negli anni se non nei prossimi giorni, scopri amaramente che anche tu sei stato solo”usato” dagli altri.
Devi combattere sia contro la tua paura sia contro quella che possono creare gli altri:” Porgi aiuto alla legge, fa’ guerra alla illegalità.”(Pitagora)
Cosa cerchiamo quando siamo soli? Una vera compagnia che ci aiuti a non sentirci abbandonati.
Pensiamo alla festa di oggi, alla bellezza dell’amicizia e non solo a quella parentale, all’amicizia tra la Madonna e Santa Elisabetta!
Questa comunione di amore arricchisce la nostra vita perché solo in una vera compagnia viviamo un cammino.
Il nostro silenzio è peggio del fare il male.
“Non ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti”. (Martin Luther King)
Viviamo e offriamo l’amicizia a chi soffre, a chi è messo da parte, a chi è giudicato dall’apparenza!
A noi adulti fa male ascoltare alcune storie di bullismo che spesso si riscontrano anche lungo il cammino del catechismo.
Proprio l’anno scorso mi hanno raccontato questa storia che non è stata presa da Internet e che non è una favola da raccontare ai più piccoli.
Si tratta, purtroppo e amaramente, di una storia vera.
Un giorno la maestra notò che una bambina piangeva e le domandò il perché. Lei rispose che aveva consegnato gli inviti del suo compleanno ma che nessuno dei compagni le aveva dato nessuna risposta né positiva, né negativa. La maestra, giustamente, rimproverò la classe e scoprì che nessuno voleva andare a quel compleanno perché la compagna era povera. La storia fa ancora più male perché, dopo il rimprovero, i genitori si lamentarono con la maestra perché li aveva fatti piangere per la vergogna.
Sicuramente, quei genitori avranno fatto la fila ai migliori negozi per comprare il vestito più bello per la festa del compleanno o della Prima Comunione dei propri ragazzi. Ma se non vesti prima il cuore, tutto ciò che indossi è solo una straccio.