martedì, 26 Novembre 2024
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omelia 3^ DOMENICA DI AVVENTO – ANNO A 2019


SEGNO: busta della carità
Il Vangelo di oggi riporta la figura del grande profeta Giovanni il Battista.
Chi era? Il precursore di Cristo, colui che prepara la strada per chi verrà dopo, un uomo umile che si preoccupa per chi verrà dopo e non per se stesso.
Come riporterò nell’omelia del 1° Gennaio, la frase di una poetessa bulgara diceva così:”Nessuna paura che mi calpestino, l’erba una volta calpestata diventa sentiero”.
Gesù oggi ci invita a non cadere nell’errore di giudicare in base all’apparenza: ” Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alla folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.
Quando giudichiamo in base all’apparenza direi che spesso, anzi sempre, sbagliamo. Oggi che celebriamo come comunità la giornata della carità, siamo spinti a riflettere su questo dono che noi possiamo essere e superare alcuni pregiudizi che abbiamo verso il fare la caritativa.
STORIA DELLA SCATOLA DEI BISCOTTI (vedi news precedente)
Gesù ci invita a non avere fretta.
L’attesa è guardare al futuro.
“I sogni, non occorre vederli realizzati. Basta non tentare con insipienza di spegnerli: Se li realizzi presto, infatti, perdi l’unico e struggente fascino della vita”.(Davide Maria Mortagna)
Giovanni il Battista ci indica chi è venuto, Colui che è la salvezza.
Abbiamo bisogno dei profeti per non perdere la visione della vera strada che conduce alla salvezza e non alla perdizione.
Chi vi insegna a far del male o a seguire solo ciò che vi piace, è un falso profeta. E soprattutto abbiamo bisogno che qualcuno ci dica che noi possiamo essere un dono per gli altri, come ripeto spesso:”Non si aspetta l’occasione per fare la carità. Ma ci si fa occasione di carità”.
Il nostro aiuto, piccolo o grande che sia, è un segno di speranza verso coloro che attendono. Abbiamo già vissuto il 6 dicembre il gesto del dono dei biscotti, un gesto di “cortesia” verso coloro che attendono un nostro sguardo innanzitutto, perché la carità vera è la presenza, è avere attenzione verso l’altro. Lo hanno fatto anche le vostre catechiste nella festa di Santa Lucia, un attenzione particolare perché il catechismo non è solo una lezione, ma è un vivere insieme la gioia di essere Chiesa.
Si ama se ci sentiamo amati. Per questo ogni giorno, per me oggi un giorno speciale, ringrazio Dio per il dono del sacerdozio. La carità che Dio ha dimostrato nei miei confronti, di scegliermi come suo servo, nonostante le mie fragilità. Questa è la vera carità.