Nel porre il nostro sguardo ai santi martiri Cosma e Damiano, notiamo subito che vengono sempre dipinti come due giovani.
Questa immagine ci porta a proporre ai giovani della nostra comunità la testimonianza dei santi medici, anche se, come purtroppo ormai avviene da alcuni decenni in tutte le nostre comunità parrocchiali, non sono presenti. Questo non deve farci scoraggiare, anzi, deve spronare noi adulti, a proporre costantemente testimoni veri alla gioventù che ora sta costruendo la nostra Comunità.
E’ un costruire fatto di piccoli passi o anche di poche persone, ma non dimentichiamo che al seguito di Gesù c’erano solo 12 apostoli.
È un fuoco che alimenta. E’ un lievito che fermenta la massa. E’ un niente agli occhi del mondo ma un tutto agli occhi di Dio.
Il nostro Papa, riguardo ai martiri come testimoni per i giovani, così insegnava in una sua udienza:
“Il giovane è sempre una persona alla ricerca di qualcosa per cui valga la pena vivere, e il Martire dà testimonianza di qualcosa, anzi, di Qualcuno per cui vale la pena dare la vita. Questa realtà è l’Amore di Dio che ha preso carne in Gesù, il Testimone del Padre”.
In Cristo, in questa Presenza viva nella nostra vita, riscopriamo quella compagnia vera che cambia il mondo e che dà un senso al nostro cammino.
Come riportavo nel nostro giornale parrocchiale del mese di settembre:”La Grazia del dono dello Spirito rende i nostri passi un cammino di fede.
È la meta che dà valore al cammino, non il cammino”.
L’uomo vive un cammino di fede sempre più vero, sempre più radicale, come quello dei martiri, solo se il suo amore per Cristo è un amore di cui nutrirsi.
Meglio venir meno alla vita ma non alla nostra libertà, alla libertà di appartenere a Lui.
I martiri questo lo hanno vissuto nella propria carne. Senza questa certezza della fede in Lui, il martirio non avrebbe senso.
Si diventa martiri, cioè testimoni della fede, nella ferialità della nostra vita.
Che sia il vivere quotidianamente, abbandonando anche i proprio sogni, pur di vivere il sevizio anche ad una madre ammalata o fratello disabile. Che sia il lavorare onestamente quando c’è invece la tentazione di fare altro, che sia difendere il debole ecc..
“Il martirio è una grazia . Solamente il Signore può darcela ed è una grazia a cui ci si prepara giorno dopo giorno facendo dono nelle circostanze ordinarie o straordinarie della nostra vita”. PIETRO PAROLIN
I nostri santi Cosma e Damiano hanno vissuto la fede nel dono della medicina. Ma quale medicina?
Come riportavo nel nostro giornale parrocchiale, vi ripropongo l’ultimo passaggio:“Cosa vale veramente per noi ? Cosa veramente è la cura?
Noi siamo quella presenza vera.
Come il buon samaritano, ci facciamo prossimo per l’altro perché i santi Cosma e Damiano non hanno offerto una medicina e non hanno curato il corpo, ma hanno offerto il loro essere uomini di Dio.
Questa la certezza che io cerco in una vera compagnia”.
I giovani hanno bisogno, innanzitutto, di testimoni veri e concreti. Noi siamo per loro l’occasione di un incontro di fede.