Quest’anno ho voluto proporre questa celebrazione comunitaria per i defunti perché l’ho vista proporre da un mio confratello parroco ed i parrocchiani sono stati felici.
Ho pensato subito di proporla anche a voi e di aspettare questo tempo di Natale per vivere questa celebrazione di carità come regalo ai nostri defunti.
La celebrazione eucaristica è, appunto, un momento di carità.
“ Intorno al mistero eucaristico discende il servizio della carità nei confronti del prossimo, e arrivo ad amare, in Dio e con Dio, anche la persona che non gradisco o neanche conosco perché nella comunione favorisco quell’intimo incontro con Dio che mi permette di toccare il sentimento e in questo modo sono invitato a guardare l’altro non più soltanto con i miei occhi e con i miei sentimenti, ma nella prospettiva di Gesù Cristo”.(Don Michele Cerruti)
Questa prospettiva mi spinge a guardare oltre la materialità di questo mondo che non è essere presente solo al momento delle esequie o trigesimi e anniversari. Spesso riporto la provocazione che si è presenti più per l’uomo che per la fede che viviamo nella messa.
Noi viviamo ora questa compassione e condivisione con tutti coloro che quest’anno hanno vissuto il dramma della morte di un familiare,
un dramma che ci percuote dentro nella fede e ci provoca ancora di più nel vivere un cammino di comunione con i santi.
La Messa è questo ponte verso Dio.
Che senso avrebbe la liturgia se si limitasse solo al momento terreno?
Cos’è la condivisione nel dramma del dolore e come viverla?
Tra i racconti che ho letto e raccontato, uno mi è rimasto sempre nel cuore.
La storia di una bambina che torna a casa da un funerale. Il padre la vede piangere e le domanda:”Perché piangi?” Lei rispose:”Sono andata a trovare una mamma qui vicino a cui è morta la figlia e volevo consolarla”. Il padre le rispose:”Come può una bambina così piccola portare consolazione ad un dramma così grande?”. La bimba rispose:”Non ho detto nulla, mi sono solo seduta sulle sue ginocchia e ho pianto con lei”.
Noi ora viviamo questo momento in cui ci consoliamo nella preghiera, nella certezza di un amore grande che Dio ci offre.
Senza la fede tutto diventa spoglio.
La luce che vi verrà consegnata è questo segno che noi portiamo al cimitero che rimanda al segno del cero pasquale, la resurrezione.
Il regalo del Natale che noi viviamo è riscoprire questo amore divino.
“Non ci interessa un divino che non faccia fiorire l’umano”. (Bonhoffer)
Nell’eucarestia, come già vi dicevo prima, viviamo il dono, l’Avvenimento di Cristo che si offre a noi, per vivere questa comunione divina.