domenica, 8 Settembre 2024
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OMELIA 2 FEBBRAIO 2024 (Festa della Candelora)


La festa di oggi, la presentazione di Gesù al tempio, chiamata anche festa della Candelora (festeggiata nel rito orientale come la festa delle luci), ci indica un aspetto importante del cammino della fede.
Cristo è un avvenimento, cioè, come già abbiamo celebrato a Natale, Dio si è fatto uomo, viene incontro a noi, si Rivela. Questo gesto di amore, quello di cercarci, ci aiuta a comprendere che l’amore è fare il primo passo.
“La Liturgia oggi mostra Gesù che va incontro al suo popolo. È la festa dell’incontro: la novità del Bambino incontra la tradizione del tempio; la promessa trova compimento; Maria e Giuseppe, giovani, incontrano Simeone e Anna, anziani. Tutto, insomma, si incontra quando arriva Gesù… Quando accogliamo Gesù come Signore della vita, centro di tutto, cuore pulsante di ogni cosa, allora Egli vive e rivive in noi. E accade anche a noi quello che accadde nel tempio: attorno a Lui tutto si incontra, la vita diventa armoniosa. Con Gesù si ritrova il coraggio di andare avanti e la forza di restare saldi. L’incontro col Signore è la fonte”. Papa Francesco
Questo breve estratto di un’omelia del nostro Papa ci aiuta a capire la parola “incontro”.
Spesso ne discutiamo negli incontri di formazione e ci soffermiamo sul fatto che le chiese sono sempre più vuote (escluso in alcune occasioni) ma si avverte,soprattutto, una mancanza di coerenza della fede con la realtà.
Io spesso ribadisco che se non c’è un incontro, se non accogliamo questo avvenimento che è Cristo, tutto diventa noioso e ripetitivo, anche le stesse grandi celebrazioni come quella di oggi e quella patronale di domani.
Dove avviene e dove si vive questo incontro?
La fede non è sentimentalismo.
Ripeto ciò che ho riportato in più occasioni:”E’ il sacramento che ci salva e non il sentimento”.
Un fatto concreto ci rende uomini di fede, non il solo desiderio di voler cambiare.
Benedetto XVI: «Non posso costruire la mia fede personale in un dialogo privato con Gesù, perché la fede mi viene donata da Dio attraverso una comunità credente che è la Chiesa e mi inserisce così nella moltitudine dei credenti in una comunione che non è solo sociologica, ma radicata nell’eterno amore di Dio, che in Se stesso è comunione del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è Amore trinitario. La nostra fede è veramente personale, solo se è anche comunitaria: può essere la mia fede, solo se vive e si muove nel “noi” della Chiesa, solo se è la nostra fede, la comune fede dell’unica Chiesa. […] Così il nostro “io” nel “noi” della Chiesa potrà percepirsi, ad un tempo, destinatario e protagonista di un evento che lo supera».(udienza 31 ottobre 2012)
Cosa viviamo in una comunità?Una ricerca comune.
Siamo in tanti che, con le luci accese di questa celebrazione, cerchiamo un senso alla nostra vita.
Come scriveva Virgilio: ”Felice colui che è arrivato a conoscere le cause delle cose”.
Dio ci offre questa luce per saper cercare e vedere il senso delle cose.
Senza un senso, cosa mi rimane della vita?
Come una casa, una chiesa bella e spaziosa, ma vuota.