Oggi celebriamo la festa dell’inizio dell’anno.
Abbiamo letto la cronaca parrocchiale di ciò che abbiamo vissuto in quello appena trascorso.
Siamo protesi in avanti e lo facciamo con Maria.
Oltre ad essere la festa di inizio anno e la giornata mondiale della pace, è anche la festa di Maria, venerata con il più alto titolo di “Teotokos-Madre di Dio”.
La bellezza del sentirsi figli è nel dono di avere una Madre.
Nel settenario dei defunti abbiamo riflettuto sull’Ave Maria spiegata da Papa Francesco.
Mi colpiva questo passaggio:”La perdita dei legami che ci uniscono, tipica della nostra cultura frammentata e divisa, fa sì che cresca questo senso di orfanezza e perciò di grande vuoto e solitudine”.
Non perdiamo la memoria di essere figli!
In questa comunione con Lei, abbiamo un dono che ci accomuna, abbiamo una Madre.
Sempre Papa Francesco scrive:”Dove c’è una madre, c’è tenerezza”.
La Madonna ci segue, ci accompagna e pone tutte le sue speranze nelle nostre scelte: La scelta di essere figli e, quindi, di non voler deludere chi ci ama.
Perché amiamo la Madonna? Perché amiamo la nostra mamma e perché amiamo il dono di avere o di essere figli?
Perché l’uomo è sempre alla ricerca della bellezza.
Nella madonna noi contempliamo la bellezza.
Riflettiamo su un canto che ripetiamo durante la festa dell’Immacolata: ”Tota pulchra es maria…tutta bella sei o Maria, tu onore del nostro popolo”.
Affidiamo alla Madonna il nuovo anno. Affidiamo a Lei i nostri turbamenti, la paura di non farcela o il pensare che sia inutile il sacrificio dell’amore per la pace.
Una poetessa bulgara, in riferimento a quando pensiamo che il sacrificio della propria vita appare inutile, scrive così: ”Nessuna paura che mi calpestino. L’erba una volta calpestata diventa sentiero”.