venerdì, 22 Novembre 2024
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omelia 1^ Comunione – 4 luglio 2021


Oggi,festa della prima Comunione, riportiamo il brano del Vangelo che ci scuote dentro, il passo che mi ha colpito e che pone anche a me la domanda:
” E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità”.
Spesso propongo una provocazione, quella che ripeteva il card. Martini:”«Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente che si parlano dentro, si interrogano a vicenda, si rimandano continuamente interrogazioni pungenti e inquietanti l’ uno all’ altro. Il non credente che è in me inquieta il credente che è in me e viceversa».
Gesù si pone di fronte a noi e ci offre la via che conduce a Lui.
Non facciamo la comunione come se fosse un premio da raggiungere!
Lo dicevo già in occasione della festa del Corpus Domini.
Non viviamo l’eucarestia come se fosse un di più da aggiungere a ciò che pensiamo di avere! Al contrario. Viviamo l’eucarestia come dono che Dio offre all’uomo, affinché la tua fede possa arricchirsi della certezza che Gesù è la vita!
Non diamo per scontato che Dio è vero, se prima non lo viviamo per quello che è!
Dal vangelo abbiamo ascoltato l’incredulità dei tanti che lo hanno visto, anzi, che hanno anche assistito ai miracoli.Uno zoppo che poi cammina è un miracolo visibile, ma vedere che il pane e il vino diventeranno il Corpo e sangue di Cristo, non lo vediamo se non con gli occhi della fede.
“Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”.
Proprio coloro che lo conoscono bene non credono a Lui.
Come si può vivere allora un cammino di fede se c’è questa incredulità?
Vivendo la pazienza di Gesù che non si scoraggia di fronte al rifiuto e che continua sempre ad offrire il dono della fede.
È quello che fa la nostra Comunità parrocchiale. Si spera e si prega che dopo la festa di oggi non avvenga quanto hanno fatto quasi tutti quelli prima di voi.Continuate, invece, a vivere il dono dell’Eucarestia. La messa domenicale è necessaria per divenire ogni giorno una comunità cristiana.
Perché abbiamo bisogno della Messa? Potremmo dire che è meglio fare altro, anche del bene che, sinceramente, non penso sia tanto vista la povertà nel mondo sempre in aumento.
Vi riporto un passaggio di santa Madre Teresa di Calcutta:
”La Messa è il cibo spirituale che mi sostiene e senza il quale non potrei vivere un solo giorno o una sola ora della mia vita; nella Messa abbiamo Gesù sotto le apparenze del pane, mentre nei bassifondi vediamo Cristo e lo tocchiamo nei corpi affranti e nei bambini abbandonati”.
Solo Gesù ci aiuta a vedere, a saper vedere e, quindi, a saper fare.
Solo Gesù ci dà quella forza per vivere, invece, la carità.
Ve lo spiego meglio raccontandovi questa storia di un cappellano di un ospedale
Il miracolo della testimonianza
Fra Angelo De Padova

Sono un giovane cappellano dell’ospedale di Galatina (Le). Voglio raccontarvi un fatto accaduto nel reparto di chirurgia poco tempo fa. Era ricoverato un giovane, battezzato ma non praticante che aveva dimenticato tutte le preghiere. Ogni giorno passavo a salutarlo, ma lui rimaneva indifferente al mio saluto; dopo una decina di giorni circa, mi chiede di confessarsi. Io dentro di me dicevo: “Son riuscito con la mia costanza, la mia semplicità e dolcezza, a fargli accostare a Gesù” e mi sentivo già orgoglioso di questo fatto miracoloso. Ma durante la confessione mi dice: “Stanotte ho capito che il Signore esiste davvero. Ho visto che quel vecchietto che tutti i giorni si faceva la comunione, con tutti i dolori che aveva e l’impossibilità quasi a muoversi, si è alzato dal letto ed è andato a rimboccare le coperte di un ammalato che era accanto al mio letto”.
Tutti siamo testimoni della carità di Cristo.