Partiamo dalla riflessione su Maria, dalla domanda che ci poniamo spesso: ”Perché la pietà popolare ci ha educato ad invocare Maria?”
La risposta è molto semplice:”Perché una mamma non può dire di no!”
Il paragone che più volte facciamo con Maria e la mamma, ci aiuta a comprendere il dono che Dio ha donato alla Chiesa.
Il Concilio Vaticano II^ così definì Maria e la Chiesa:”Sua immagine ed eccellentissimo modello nella fede e nella carità”. (LG, 53).
Il nostro cuore tende a questo modello, perché ogni giorno possiamo riscoprire che siamo amati da un Altro.
Questo rapportarsi ci fa crescere in una maturità di fede, ci vincola in un amore non limitato a “dare e poi ricevere”, ma ci affida a Colei che ci ama nella nostra libertà.
Il Sì di Maria ci coinvolge ogni giorno, ogni volta che viviamo nella preghiera. Pensiamo al rosario in particolare, al passo della Supplica alla Madonna di Pompei:”Catena dolce che ci rannodi a Dio”.
Attraverso la preghiera viviamo un rapporto unico anche confrontandoci con la nostra mamma terrena.
Leggevo questo passo di don Primo Mazzolari che percuote noi figli e ci pone una domanda, quella domanda su come viviamo il donarsi dell’altro verso di noi.«Nelle lacrime di una mamma, lì c’è il dolore della Vergine». Per veder piangere la Madonna non è necessario far molta strada, né interrogare questi o quelli che hanno veduto alla Salette, a Fatima, a Siracusa… Ogni qualvolta vedo una mamma piangere – ed è un fatto di tutti i giorni – vedo piangere la Madonna.”
Mi ha colpito molto il passaggio dell’udienza del settembre 2018 di papa Francesco che abbiamo ripreso nell’omelie-catechesi durante le Messe celebrate nelle contrade.
” Il quarto comandamento “non parla della bontà dei genitori, non richiede che i padri e le madri siano perfetti”. La Quarta Parola “parla di un atto dei figli, a prescindere dai meriti dei genitori e dice una cosa straordinaria e liberante: Anche se non tutti i genitori sono buoni e non tutte le infanzie sono serene, tutti i figli possono essere felici, perché il raggiungimento di una vita piena e felice dipende dalla giusta riconoscenza verso chi ci ha messo al mondo”.
La nostra familiarità ci mette in gioco.
Pensiamo alla festa che stiamo per vivere in questo mese, alla devozione alla Madonna della Pietra. Possiamo dire che questa “Pietra” è il fondamento della nostra famiglia, un fondamento che non deve limitarsi solo ad un “dovere di figli”, ma al dono che Dio ci ha offerto.
Riconoscendo nei nostri genitori “un dono di Dio”, viviamo la famiglia.
La festa sarà più festa se, innanzitutto, vivremo la riconciliazione con Dio e nell’uomo!
“La carità ha due piedi che sono i precetti dell’amor di Dio e del prossimo. Vedi di non zoppicare, ma corri con ambedue i piedi fino a Dio”.(Sant’Agostino)
L’uomo avverte un bisogno e vive di ricerca che riscopre in un volto,in uno sguardo, in un incontro che è il volto di tua madre.
Sappi vivere con amore questa offerta alla vita e vivrai la felicità di essere figlio!
Celia Roberto