In questo mondo coloro che m’amano
cercano con tutti i mezzi
di tenermi avvinto a loro.
Il tuo amore è più grande del loro,
eppure mi lasci libero.
Per timore che io li dimentichi
non osano lasciarmi solo.
Ma i giorni passano
l’uno dopo l’altro
e Tu non ti fai mai vedere.
Non ti chiamo nelle mie preghiere
non ti tengo nel mio cuore,
eppure il tuo amore per me
ancora attende il mio amore»
Un amore che ancora attende il mio amore. Un amore campione di libertà.
Talmente grande da non temere di essere dimenticato, negato, ripudiato. Tagore intuisce nell’amore orizzontale, quello tra simili, un’obbedienza che rischia di tradursi in costrizione, possesso, una diminuzione della libertà.
E poi c’è l’amore che vive al termine della libertà totalmente vissuta, sperimentata, entro una forma d’obbedienza che è traguardo naturale della libertà stessa.