Il settimo giorno, terminata la Creazione, Dio dichiarò che era la sua festa.
Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare.
Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna.
Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata celestiale.
L’uomo aspettava il suo turno, ed era preoccupato:
“Che cosa posso donare io?
I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo!”
L’uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi.
Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali.
Quando rimasero solo più alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l’uomo fu preso dal panico.
Arrivò il suo turno.
Allora l’uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare.
Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse:“Ti voglio bene!”
Il volto di Dio si illuminò, tutta la creazione capì che l’uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico.