giovedì, 21 Novembre 2024
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La conversione del fabbro


Un fabbro, dopo una gioventù piena di vizi, decise di dare una svolta alla sua esistenza: Dio divenne l’unico punto di riferimento della sua vita.
Nonostante questo le sue difficoltà aumentarono. Ad un amico che gli chiedeva il perché di queste tribolazioni, diede questa spiegazione: «In questa officina io ricevo il ferro prima di essere lavorato e devo trasformarlo in spade.
Sai tu come si fanno le spade? Prima si scalda il ferro ad un calore altissimo finché non diventa di un rosso vivo, subito dopo prendo la mazza pesante e comincio a martellarlo parecchie volte, finché il pezzo non prende la forma desiderata.
Poi lo immergo dentro un secchio pieno di acqua fredda e tutta l’officina si riempie di vapore, perché il pezzo caldo immerso nell’acqua scoppietta a causa del violento cambiamento di temperatura.
E devo ripetere questa operazione parecchie volte!
Non sempre il ferro che ho tra le mie mani sopporta questo trattamento.
Il calore, le martellate e l’acqua fredda lo riempiono di screpolature.
A quel punto diventa inutile, e lo butto in quella montagna di ferri vecchi.
Fece una pausa e così terminò: «So che Dio mi sta mettendo nel fuoco della sofferenza. Accetto le martellate che la vita mi dà, e a volte mi sento tanto freddo e insensibile come l’acqua che fa soffrire l’acciaio. Però, l’unica cosa che penso è: Dio mio, non smettere, fintanto che non riesco a prendere la forma che ti aspetti da me. Impiegaci tutto il tempo che vuoi, però per favore, non mi buttare mai nel mucchio dei ferri vecchi che non servono a niente!».