giovedì, 21 Novembre 2024
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La cauzione (storia di perdono)


Un giorno, un giovane ragazzo, litigò furiosamente con il padre, tanto che decise di andare via di casa.
Era così arrabbiato e orgoglioso che non volle più vedere né sentire il padre.
Purtroppo il ragazzo era ribelle e questo gli causò tanti guai anche con le altre persone.
Un giorno infatti fu arrestato.
Doveva scontare una pena di tre mesi ma rimase in prigione solo due giorni, nei quali ebbe modo di riflettere sulla sua vita sregolata.
Il secondo giorno di prigione fu scarcerato, qualcuno aveva pagato la cauzione per lui.
“Chi può essere stato?” pensò il ragazzo, “Nessuno mi vuol bene, mi sono comportato troppo male con tutti, chi può aver fatto questo gesto così bello nei miei confronti?
Forse c’è stato un errore.
Magari tra poco mi richiamano e mi diranno che dovevano scarcerare il mio compagno di cella!”
E mentre pensava a tutte queste cose uscì dalla prigione e proprio sulla soglia del cancello vide suo padre.
“Papà….come mai sei qui?” chiese il ragazzo stupito e con tanta vergogna.
Pensava che il padre fosse lì per caso e non voleva far vedere che era appena uscito di prigione.
“Sono qui per te!” disse il padre allargando le braccia,
“Io ho pagato la cauzione per te””
Il figlio non poteva credere alle sue orecchie.
Il padre che lui aveva offeso con parole pesanti gli aveva pagato la cauzione e adesso chiedeva un abbraccio.
Il ragazzo mise da parte l’orgoglio è abbracciò forte suo padre.
Mentre il padre accompagnava il figlio verso la macchina per riportarlo a casa, il giovane fece una domanda:
“Perché hai pagato per me?
Io mi sono comportato malissimo nei tuoi confronti, come mai mi dimostri così tanto amore?”
Il padre rispose:“Non posso impedirti di andare via di casa ma, appena ho saputo che ti avevano arrestato, mi sono preoccupato molto per te e sono corso a pagarti la cauzione.
Tu sei mio figlio e farei qualunque cosa per te.”
“Papà, io non mi merito tutto questo amore, cosa posso fare per ricambiare?”
“Il mio amore non ha un prezzo, caro figlio. Ma se puoi… non cacciarti più ne guai.”