Ti ho visto fare il girotondo con quei bambini, sulla spiaggia.
Ti ho sentito nel mare, nel vento.
Ti ho guardato, crocefisso, con le braccia aperte per un abbraccio universale.
Ti ho perso, chiedendomi dov’eri, davanti alla foto di un bimbo di 5 anni, dilaniato dallo scoppio di una mina.
Ti ho chiesto perché gli uomini non ascoltano la tua voce, il tuo richiamo incessante.
Ti ho parlato, sperando di avere una risposta.
Ti ho urlato tutto il mio dolore e la rabbia, quando è morto mio nonno.
Ti ho sfidato dicendoti: «Tanto tu stai lassù!»
Ti ho chiesto aiuto, perché la mia fede è in crisi.
Ti ho sussurrato la mia gioia, in tutti i momenti belli.
E tu…
…mi hai sorriso attraverso gli occhi dei bambini.
…mi hai ascoltata quando andavo verso il mare, nel vento, per stare con te.
…mi hai guardata dalla croce, donando il tuo sangue anche per me.
…mi osservavi e piangevi insieme a me per ogni morte innocente.
…mi hai spiegato che l’uomo è libero di fare le sue scelte, nel bene e nel male; libero anche di non ascoltarti.
…mi hai parlato, ma ti sei accorto che adesso ero io a tapparmi le orecchie.
…mi hai fissata, comprendendo fino in fondo alla mia anima il dolore di aver perso una persona amata.
…mi hai perdonato con un abbraccio la mia presunzione e mi sono resa conto che non c’è stato un attimo della mia vita in cui tu mi abbia lasciata sola.
…mi hai aiutata non in un solo modo, ma in 100 modi diversi.
…mi hai sussurrato la tua gioia per tutti i miei momenti belli.
Mi hai amata…