Uno specchio finì in tanti minuscoli frammenti.
Tutti si ritrovarono sparpagliati in un mucchio di rifiuti e naturalmente cominciarono a lagnarsi del loro crudele destino.
“Ahinoi!Che fine infame!” si lamentava uno, “Eravamo il riflesso di volti graziosi e sorrisi attraenti.Ora solo questo orribile ciarpame!Chi ci spolvererà, adesso?Chi ci laverà con il detersivo profumato?”
I pezzetti di specchio caddero in una profonda depressione.
Ma un giorno, la mano paffuta di un bambino afferrò uno dei frammenti di specchio e cominciò a giocare.
Catturò un po’ di sole e lo diresse in una fessura del muro.
Così scoprì che là viveva un minuscolo fiorellino azzurro.
Gli sembrò che tremasse di felicità.
Raccolse un altro raggio di sole e lo inviò nello scantinato buio dove lavorava Giovanni il calzolaio.
Giovanni sorrise.
Il bambino continuò fino a sera, incantato dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai:
buche profonde, crepacci, ripostigli.
A cena, quando il papà chiese al bambino:“Che cosa hai fatto oggi?”
Il bambino rispose:“Ho inventato un gioco bellissimo!”