Era cresciuto sui fianchi del monte e si era inebriato di aria e di sole.
Ma dopo i primi tempi in cui era un germoglio verde tenero,
i suoi rametti contorti e sgraziati
si erano coperti di spine sgradevoli ed appuntite…
Era detestato dagli uccelli e dalle pecore, alle quali senza volerlo
strappava bioccoli di lana quando lo sfioravano.
Perfino le capre, che non sono schizzinose
e brucherebbero anche le pietre, lo evitavano.
Gli altri cespugli e gli arbusti sfoggiavano fiori e foglie,
e taluni perfino frutti.
Il povero cespuglio spinoso produceva solo spine…
Il vento della sera gli portava il disprezzo e la derisione delle altre piante.
Ma quando Dio volle parlare a Mosè,
scelse l’umile cespuglio spinoso sui fianchi della montagna.
E il cespuglio divenne il trono di Dio, splendente più del sole,
ardente di luce e di fuoco,
come se ognuna delle sue spine si fosse trasformata
in una pietra preziosa dai mille riflessi di luce purissima.