Iniziamo questo nuovo anno pastorale, già ricco di alcuni eventi e in cammino con il Sinodo della Chiesa.
Iniziamo con il rinnovo del consiglio pastorale, il sacramento della Cresima che si celebrerà il 4 dicembre e a novembre con la festa di ringraziamento alla Madonna della Pietra, anticipata a domenica 20 novembre, oltre alle feste dell’ 1 e del 2 novembre e l’inizio dell’ avvento.
Il tutto ci porta a domandarci come essere protagonisti della parrocchia.
Essere protagonisti (non protagonismo) è un impegno a vivere il nostro cammino educativo in particolare con i più giovani.
„Nella parrocchia tutta la pastorale dovrebbe essere attraversata dalla linea vocazionale insieme alla linea missionaria: “Tutti chiamati, tutti mandati”. (beato don Pino Puglisi)
Questo “tutti” nasce dalla consapevolezza di un’appartenenza vera alla Comunità.
Notiamo che spesso ci sono varie divisioni. La parrocchia è chiamata a testimoniare un’unità parrocchiale e a vivere, così, quello che ci insegna la parola di Dio:” Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli».(vangelo Matteo)
Essere luce, sale, essere quella differenza che fa sì che l’altro riconosca il bisogno di un cammino nell’unità.
Ci si lamenta che i giovani non seguano gli adulti. Allora l’adulto deve far sì che diventi testimoni credibile, cioè, autorevole. (Colui che vive quello che annuncia ).
Viviamo questa nostra scelta di essere Suoi!
Da dove nasce questa appartenenza a Lui?
Dalla preghiera. La Comunità, innanzitutto, si riunisce e prende vigore dall’Eucarestia.
Ecco perché ho voluto inserire come impegno settimanale, l’ora di adorazione eucaristica comunitaria, ogni giovedi un’ora prima della S.Messa.
Rischiamo di essere tutt’altro se prima non viviamo questo legame con “Cristo che è tutto in tutti”. (san Paolo)
Abbiamo bisogno di saper andare in fondo al nostro incontro con Cristo, suscitare nell’altro questo incontro che ha dato a noi il senso nuovo della storia, la nostra storia personale.
Non basta la scienza del “saper fare”.
Anche il nostro Papa Francesco lo dice: ”Nella vita cristiana non basta sapere: senza uscire da sé stessi, senza incontrare, senza adorare non si conosce Dio. La teologia e l’efficienza pastorale servono a poco o a nulla se non si piegano le ginocchia; se non si fa come i Magi che non furono solo sapienti organizzatori di un viaggio, ma camminarono e adorarono“.
La pastorale è un rischio che ci mette sempre in gioco. Abbiamo avuto anche l’occasione della pandemia per accettare che niente è dato per scontato.
Allora viviamo questo nuovo anno, con l’unica certezza che dà un senso al nostro fare, che Cristo è la compagnia al nostro cammino!
Quella compagnia ci sostiene, ci rassicura e ci incoraggia, perché “tutto è Grazia” (San Paolo) ed è questa Grazia, il dono dello Spirito Santo che ci farà diventare luce e sale, in una comunità che cammina verso una comunione viva. CELIA ROBERTO