”Cosa sarà?”
La domanda sul nuovo anno nasce spontanea e oggi più che mai, diremmo sia collettiva. Abbiamo trascorso un anno nell’incertezza che ci ha scosso dentro e che ha ribaltato tutte le nostre abitudini e in particolar modo le nostre certezze.
Il messaggio di Papa Francesco il 27 marzo 2020 è un testo che più lo si rileggi, più ti scuote dentro.
Spero ci abbia fatto riflettere sul senso della vita.
A riguardo riporto un passaggio in collegamento a ciò che dicevo prima:
” La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità”.
Non lasciamo che l’apatia, la pigrizia, ma, soprattutto la mancanza di speranza, ci lascia vuoti dentro!
Solo vivendo la certezza, anzi direi, lo sforzo di credere che Dio si è fatto carne, quindi, la Sua presenza è una vera compagnia nella nostra vita. Viviamo con lo sguardo in avanti a ciò che sarà!
Voglio concludere con un breve augurio per l’anno che verrà attraverso un pensiero di Chercheston:”I bambini sono grati alla Befana che mette nelle loro calze doni di giocattoli e dolci. Posso io non essere grato a Dio che mi ha messo nelle calze il dono di due meravigliose gambe?”