Il Papa aggiunge l’arcivescovo di Napoli ai nuovi cardinali: porto con me la voce del Sud Italia
“Don Mimmo”, come è conosciuto, si aggiunge alla lista dei porporati che riceveranno la berretta il prossimo 7 dicembre. Calabrese di origine, alla guida dell’arcidiocesi partenopea dal 2020, è noto per il suo impegno sociale a fianco ai più fragili. Torna quindi a 21 il numero dei nuovi cardinali, dopo la rinuncia di ottobre dell’indonesiano Syukur. Il cardinale eletto: “Il cardinalato servizio e responsabilità. Non chiamatemi eminenza, sono e resterò sempre don Mimmo”
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Saranno comunque 21 i nuovi cardinali che riceveranno la berretta rossa nel Concistoro del prossimo 7 dicembre. Papa Francesco ha aggiunto alla lista dei futuri porporati un nuovo nome, quello di monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli dal dicembre 2020.
La notizia è stata resa nota nel pomeriggio di oggi dal direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, tramite una dichiarazione: “Papa Francesco annuncia di aver incluso fra i nomi dei nuovi cardinali che saranno creati nel corso del prossimo Concistoro del 7 dicembre Sua Eccellenza Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli”.
“Porto le gioie e le angosce del Meridione”
Una sorpresa per l’intera arcidiocesi e per lo stesso cardinale eletto che, contattato dai media vaticani, commenta: “La nomina con cui Papa Francesco mi ha inserito quest’oggi nel Collegio Cardinalizio mi ha colto di sorpresa, generando in me una duplice reazione. Da un lato sento il peso di questa responsabilità con cui il Papa mi invita ad allargare il cuore, per aiutarlo nel suo ministero e ospitarvi la sua premura per la Chiesa universale e per il mondo intero. Dall’altro avverto una sincera gratitudine verso Papa Francesco non tanto per l’attenzione che rivolge alla mia persona ma perché nel chiamarmi a questo servizio ha guardato ad un figlio del Sud, vescovo di una Chiesa del Sud, di questo Sud che è al contempo terra di fatica e di speranza!”.
“Sento come mio dovere anche in questo nuovo incarico – aggiunge Battaglia – portare con me le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono nel nostro Meridione e in tutti i sud del mondo, sud esistenziali e non solo geografici!”.
“Resterò sempre don Mimmo”
Il futuro porporato si dice sicuro di “poter contare sulla preghiera della mia Chiesa di Napoli e di tutti coloro con cui condivido il cammino”. A sé stesso e a tutti ricorda che “diventare cardinale non è un privilegio ma una responsabilità, responsabilità che possiamo condividere nella misura in cui cammineremo insieme, sentendoci servi gli uni degli altri!”. Un’ultima cosa ci tiene ad aggiungere l’arcivescovo: “Non chiamatemi Eminenza come qualcuno già ha fatto, sono e resterò sempre don Mimmo”.
La lista dei nuovi cardinali torna a 21
Torna quindi al numero originario, come annunciato al termine dell’Angelus del 6 ottobre scorso, il numero dei cardinali eletti, sceso dopo la rinuncia del vescovo indonesiano di Bogor, monsignor Paskalis Bruno Syukur, il 22 ottobre scorso, “per crescere nella vita sacerdotale”. Insieme a Torino, con la scelta dell’arcivescovo Roberto Repole, una grande diocesi italiana torna quindi ad essere sede cardinalizia.
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Impegnato tra i più fragili
Battaglia, o meglio “don Mimmo”, è una figura pastorale di spicco con un background di “prete di strada” impegnato in particolare per i giovani e i tossicodipendenti. Il Papa lo ha voluto anche tra i membri delle due sessioni del Sinodo sulla Sinodalità.
Calabrese di nascita, originario di Satriano (CZ), 61 anni, prima dell’arcidiocesi partenopea è stato vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, in provincia di Benevento. Ha compiuto gli studi filosofico-teologici al Pontificio Seminario Regionale “San Pio X” di Catanzaro. Ordinato sacerdote il 6 Febbraio 1988, è stato nel corso degli anni parroco, rettore, direttore di uffici diocesani, canonico. Il 24 giugno 2016 è stato eletto da Papa Francesco alla sede vescovile di Cerreto Sannita -Telese- Sant’Agata de’ Goti. La consacrazione episcopale è avvenuta il 3 settembre e l’insediamento alla guida della comunità beneventana il 2 ottobre del 2016, scegliendo come motto episcopale le parole di Gesù a Bartimeo – il figlio cieco di Timeo, che sedeva lungo la strada a mendicare – “Coraggio, alzati, ti chiama!” (“Confide, surge, vocat te!”).
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L’attenzione agli ultimi
Particolare l’attenzione e il coinvolgimento di monsignor Battaglia ai deboli e agli emarginati: è stato infatti al fianco dei tossicodipendenti dal 1992 al 2016 guidando il “Centro Calabrese di Solidarietà”, struttura legata alle Comunità Terapeutiche (FICT) di don Mario Picchi di cui è stato presidente nazionale dal 2006 al 2015. Dal 2000 al 2006 è stato inoltre vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro, un’opera diocesana di assistenza e carità.
A Napoli, dove gode dell’apprezzamento del clero e dei fedeli locali, il nuovo arcivescovo si era presentato nel primo messaggio “come fratello che va tra fratelli” in una città, “tesoro del Sud” in cui si spera e si lotta contro numerose problematiche sociali. Quelle che ha sempre denunciato, non mancando mai di stigmatizzare gli episodi di violenza e criminalità. Quelle a cui ha sempre guardato con occhio di pastore, come continuerà a fare anche da cardinale.
Il Collegio cardinalizio
Nel prossimo Concistoro, il decimo – come detto – di Jorge Mario Bergoglio, uno solo dei futuri cardinali non è elettore (l’ex nunzio Acerbi): con l’aggiunta di Battaglia 11 sono europei, di cui 5 italiani; 6 del continente americano, di cui 5 sudamericani, 3 asiatici, un africano. Dal 7 dicembre il Collegio cardinalizio sarà quindi composto da 256 membri, dei quali 141 elettori e 115 non elettori.