Che cosa sarebbe stato il sì della Madonna, se fosse stato
concluso in un momento come in un’emozione illusa? Cenere
che il vento della storia avrebbe portato via un minuto dopo.
Che cosa sarebbe il sì che abbiamo detto nella nostra vita, se
fosse concluso in quel momento di emozione senza ancora
coscienza, di illusione? Il sì della Madonna è diventato
miracolo, il sì della Madonna è stato l’inizio del grande
miracolo che comprende noi tutti e comprenderà il tempo
della storia fino in fondo .
Il nostro sì non può non abbracciare quotidianamente, con
sofferenza apparentemente impotente, tutta Ja gente che sta
male. Il nostro sì porta quotidianamente con sé la coscienza
di queste cose . Una coscienza che può essere paragonata
soltanto a qualche sguardo che un padre o una madre buoni
danno di corsa al loro bambino, pensando al mondo cattivo in
cui lo introducono e ne hanno come una stretta al cuore. È
J ‘unico paragone umano possibile. Ma se io mi alzo al mattino
e non sento questo … Se, almeno quando vado a ricevere il
Signore, non sento dentro la sua Croce … Essa è l’unico senso
di tutti i cataclismi, di tutti i disagi, di tutti i dolori e anche del
mio dolo,re. Non può prevalere l’aspetto meschino di un
risentimento, un’affezione senza offerta e senza sacrificio! U
miracolo continua, riecheggia in noi; il miracolo fisicamente
si documenta nel camminare dentro il tempo e dentro lo
spazio, nel creare storia; dentro di noi crea storia.
Ma chi ha prodotto il miracolo che è iniziato come grumo
nel seno di quella ragazza e chi può produrre la continuazione
di quel miracolo in me, in noi? Lo Spirito Santo. Così dice una
preghiera allo Spirito: «Repletuorum corda fidelium», riempi il cuore dei tuoi fedeli. Gratia piena; è lo stesso in Maria,
in te, in me, in noi. Non c’è niente che ci unisca se non questo!
La cenere non è unita a nessun ‘altra cenere, son tutti grani che
si disperdono all’aria. È solo lo Spirito, che riempie il cuore,
che può rendere la nostra vita una gioia e può farci cantare:
«Regina coeli, laetare» anche in un mondo in cui milioni di
persone soffrono. Tu Cristo muori: «Regina coeli laetare,
alleluia»; perché la fine e lo scopo di tutto questo dolore, di
questa meschinità superata, di questa affettività attraversata,
è una letizia altrimenti ignota, è una vita capace di gioia.
si disperdono al l’a ria. È solo lo Spirito, che riempie il cuore,
che può rendere la nostra vita una gioia e può farci cantare:
«Regina coeli, laetare» anche in un mondo in cui milioni di
persone soffrono. Tu Cristo muori: «Regina coeli laetare,
alleluia»; perché la fine e lo scopo di tutto questo dolore, di
questa meschinità superata, di questa affettività attraversata,
è una letizia altrimenti ignota, è una vita capace di gioia.