Certamente possiamo indicare alcune azioni importanti:
formare i propri educatori e operatori al tema del bullismo e cyberbullismo, con corsi, MOOC, altre iniziative formative e laboratori, garantendo le basi di conoscenza;
costituire una commissione antibullismo e cyberbullismo, che prevede la convocazione di riunioni periodiche di progettazione, la valutazione delle iniziative e il rilancio delle attività, la creazione di momenti di studio e approfondimento, la partecipazione a bandi e progetti finanziati;
lanciare progetti e iniziative di prevenzione che riguardino sia i ragazzi e i bambini, sia i genitori, garantendo momenti di discussione e materiali utili per l’educazione mediale;
produrre strumenti e kit di lavoro da usare in maniera collegiale, in modo da non lasciare nulla all’improvvisazione, traducendo la politica antibullismo e cyberbullismo e favorendo la messa in pratica del piano definito;
utilizzare strumenti di verifica interni, per capire quali iniziative sono state promosse dalla parrocchia, in che modo sono state comunicate, quali regole sono state predisposte e come (si pensa qui alla predisposizione di un contratto pedagogico sulla scorta del lavoro di Meirieu, come detto);
predisporre un sistema di segnalazione di episodi e situazioni spiacevoli o potenzialmente rischiose;
definire un sistema di accompagnamento qualora il contratto pedagogico venisse disatteso (una sorta di “sistema sanzionatorio” costruito in chiave educativa e non semplicemente punitiva).