Conosco due fidanzati che stanno per sposarsi. Incominciano a prepararsi, parlano con una persona amica e questa li sfida, soprattutto il ragazzo:”Guardate bene se l’uno corrisponde veramente all’altro”. Il ragazzo va via da quel primo dialogo arrabbiato nero, perché dice:”Ma come ti permetti? E’ da anni che aspettavo di avere questa ragazza: l’avevo conosciuta a scuola, poi ognuno aveva fatto il suo cammino. Adesso che ci siamo ritrovati tu ci fai questa domanda: ma sei matta?”. Senza spaventarsi, all’incontro successivo le racconta questo e l’amica lo guarda in faccia e gli domanda ancora:”Ma ti corrisponde o no? E’ in grado di compiere questo desiderio inesauribile del tuo cuore?”. No, dice il ragazzo. Uno può arrabbiarsi fin che vuole per una immagine del cuore, di quello che corrisponde, ma quando uno lo verifica nell’esperienza si rende conto che c’è un criterio non manipolabile che gli fa capire che non gli corrisponde. (Julián Carrón – 29 apr 2007 – Rimini Fraternita p.14)