Il Sommo Pontefice recavasi un giorno al Vaticano in piccol treno, era solo nella Sua carozza di città; senza guardie nobili alle portiere, e senza accompagnamento d’onore, allorchè incontrò per via un convoglio {51 [443]} funebre, solitario, isolato, senza parenti, senz’ amici. Un solo sacerdote camminava salmeggiando dietro la croce. « Convien dire che questo infelice fosse solo al mondo, disse il Papa, poichè vien portato all’ ultima sua dimora senza lacrime e senza cordoglio. » Così dicendo, ordinò al suo cocchiere di fermarsi, discese dalla carrozza, e formando egli solo il corteggio del povero defunto, l’accompagnò sino al cimitero. Giunti quivi, gettò l’ acqua benedetta e la prima gleba sulla fossa spalancata; piantò egli stesso la croce funeraria, e non si ritrasse che dopo aver recitato il De profundis sopra questa tomba modesta, più illustrata oggi che la tomba d’un re.