E’ bello essere ogni giorno, amare la vita in ogni istante e riconoscere in essa un dono che si rinnova.
Questa costante ci coinvolge se ci lasciamo coinvolgere, come una goccia d’acqua che entra nel mare.
Come prelude l’opera di Chopin n° 15 e come abbiamo ribadito più volte nel periodo natalizio, quella goccia che continua a ripetersi, quella domanda che continua a desiderare una risposta, rappresenta l’importanza del dono di Dio che offre nel Figlio.
In questo incontro con Cristo, noi riviviamo il senso dell’istante e, quindi, il senso stesso della vita.
Non cerchiamo Dio in altro, quando tutto è e non appare di fronte a noi.
Se la vita dovesse ridursi solo ad alcuni momenti o emozioni, come se il tempo dell’anno trascorso possa racchiudersi nelle poche settimanale di ferie o in una gita fuori porta, che senso ha il resto?
Spesso penso alla storia curiosa di un professore che entra in classe, fa vedere un quadro con un punto al centro e domanda alla classe: ”Cosa vedete?”Tutti risposero:”Il punto” ed egli concluse:”Nessuno ha notato il bianco che ci sta attorno?”.
Non bisogna limitarsi solo a ciò che fa la differenza, ma scoprire che il tutto fa la differenza.
Non si è madri o padri “a tempo”. Bellezza di essere significa amare l’offerta che viene posta di fronte al nostro sguardo sul reale, l’offerta stessa che è la vita.
E’ difficile riconoscere la bellezza perché pensiamo solo al risultato dell’arrivo..
Può aiutarci un’ espressione di Ernesto Oliverio:”La mia vita non è arrivare o raccogliere, ma partire ad ogni alba, seminare ad ogni stagione”.
DON ROBERTO CELIA