Siamo qui riuniti perché, come avviene ormai da secoli, festeggiamo i santi martiri Cosma e Damiano. Si tratta di una festa divenuta popolare anche per le tante intercessioni e le numerose grazie ricevute dai santi medici.
Questa festa ci porta a vivere il dono del martirio, la provocazione ad imitare i santi e a non vivere una fede di devozionalismo. Siamo interpellati nel cuore a vivere quella compassione verso i tanti martiri di oggi.
“Per trovare i martiri non è necessario andare alle catacombe o al Colosseo:I martiri sono vivi adesso, in tanti Paesi. I cristiani sono perseguitati per la fede. In alcuni Paesi non possono portare la croce: sono puniti se lo fanno. Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri”. (Papa Francesco)
Il martirio è un dono che noi viviamo come testimonianza per gli altri. Dobbiamo pensare anche agli operatori di giustizia e di pace che vivono una vita fatta di tante rinunce, purché il mondo cambi e non si lasci affascinare dal male che si presenta, come il diavolo vuole, una menzogna.
Un male passato per bene.” Il tiranno muore e il suo governo è finito; il martire muore e il suo governo inizia”. (Søren Kierkegaard)
Cos’è veramente il bene?
Vivere la vocazione che Dio ci offre come via e testimonianza per la comunità.
Quando leggiamo la biografia dei santi, dobbiamo sempre porci quella domanda:”Perché ha rinunciato alla sua vita?
” “Giulio Cesare” di William Shakespeare: “I paurosi muoiono mille volte prima della loro morte, ma l’uomo di coraggio non assapora la morte che una volta”.
Io ho sempre sostenuto a me stesso che se dovessi vivere da schiavo, meglio la rinuncia a tutto ciò che sono, perché la libertà di essere di Cristo è la forza e il senso della mia vita.
“Il vero martire è colui che è diventato lo strumento di Dio, che ha perduto la sua volontà nella volontà di Dio, e che non desidera più niente per se stesso, neppure la gloria di essere un martire. (T.S. Eliot)
Amare la vita è viverla con un senso, vivere cioè quella via che mi conduce alla verità che è Cristo.
Non si tratta della rinuncia alla mia libertà, ma della rinuncia al male che fa della Verità una bugia che può appagare solo per un momento la ricerca di un senso ma che lascia più vuoti di prima.
Cristo è il tutto che mi coinvolge nella quotidianità.
Perché i santi come Cosma e Damiano hanno scelto di morire per Cristo se non per vivere quella fede nella Presenza di Dio nella loro vita?
Quella Presenza ci porta a vivere il sacrificio di sentirci sempre amati da Lui.
Anni fa andai in ospedale a fare visita ad un amico non credente. Era un malato terminale e indicandomi la croce sulla parete mi disse:”Stiamo vivendo la stessa passione”.
Cristo è amore che vive con compassione la nostra vita.
Ci offre il dono della libertà: Essere la sua Chiesa!