sabato, 23 Novembre 2024
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OMELIA CORPUS DOMINI – ANNO C 2019


Oggi celebriamo una delle feste più importanti.
Come vi avevo accennato negli avvisi di domenica scorsa, oggi è la festa in cui il Signore passerà lungo le vie della nostra comunità.
Questa festa è vera perché non è legata alla festività, ci fa riflettere su questo dono che è presenza nella nostra vita e ci appaga del vero desiderio che c’è nell’uomo.
Come insegna Papa Francesco:”Nell’Eucaristia si comunica l’amore del Signore per noi: Un amore così grande che ci nutre con Se stesso. Un amore gratuito, sempre a disposizione di ogni persona affamata e bisognosa di rigenerare le proprie forze”.
Rappresenta, appunto, un incontro, una comunicazione del volersi cercare.
A volte mi capita qualcosa in spagnolo e mi ricordo che quando celebravo la S. Messa con i miei parenti in Argentina, leggevo in lingua castigliana e mi colpiva un termine “tomad i bebed”: Prendete e bevetene.
I miei parenti, quando si era a tavola, come si fa di solito con gli ospiti, mi ripetevano spesso il termine” Tomà tomà-prendi prendi:”Prendi e mangia, facciamo festa perché è bello stare insieme”.
L’Eucarestia è questo invito a vivere la comunione della festa. Significa appunto ringraziamento.
Il card. Montenegro quando venne a Catanzaro in occasione di un congresso eucaristico, ci riportò questo esempio:”A volte è come se Gesù ci invitasse a mangiare una pizza, ma poi, alla fine, la consuma solo Lui”.
C’ è sempre questo invito di Gesù a vivere la comunione.
Perché sia agli adulti che ai fanciulli, insegniamo l’importanza del prepararsi bene a questo incontro, sia con la confessione che con la disponibilità del cuore?
Vi riporto un passaggio di Papa Francesco che ci può aiutare a comprendere meglio:”L’Eucaristia è Gesù stesso che si dona interamente a noi. Nutrirci di Lui e dimorare in Lui mediante la Comunione eucaristica, se lo facciamo con fede, trasforma la nostra vita. La trasforma in un dono a Dio e ai fratelli”.
Occorre farlo con fede non perché capita l’occasione di un funerale, di un matrimonio o di essere entrato in Chiesa.
Solo così vivremo un’unione più intima, un’unione che ci fa camminare verso una meta e nello stesso tempo sempre legati a Lui. Questa forza ci anima da dentro e, come una medicina, ci rende più forti, ci ricarica e ci fa comprendere che la fede è un dono.
Nell’Eucarestia noi assaporiamo e ci confrontiamo con la Verità che è Cristo.
Quella Verità non è un’esperienza solo di ciò che è tangibile.
È il divino che si fa carne.
Il poeta Goethe scriveva:”La più bella felicità dell’uomo pensante è di avere indagato l’indagabile e di venerare serenamente il non indagabile”.
Si parte da questo reale che è la vita, per camminare verso la Verità e Dio si offre nell’Eucarestia per farsi incontrare.
Come recita un proverbio:”Segui il filo e troverai il gomitolo”.