mercoledì, 16 Aprile 2025
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2° MOMENTO VENERDI SANTO 2025 LA CROCE


Perché questo sacrificio?
Che valore può avere la morte di un uomo per la propria fede?
Un funzionario di un campo di concentramento a Franz (beatificato nel 2007) che aveva rifiutato il nazismo in nome della fede, prima del martirio gli fece questa domanda: ”A che serve tale testardaggine? Non penserai che il tuo gesto possa cambiare le sorti di questa guerra?”
Cosa ha cambiato per noi e per tutti, il sacrifico di Cristo sulla croce?
Tutte queste domande hanno un’unica risposta: ”la carità-l’amore”.
Amare è un verbo, è cioè un fare, un muoversi verso l’altro, il martirio è la missione (mandato) della fede.
Cristo non si è limitato ad un annuncio, il suo vissuto, il suo essere tutto col Padre, diventa un dono per l’uomo.
In questo coinvolgimento, si vive l’appartenenza che viviamo con Cristo, coinvolge il nostro fare, il nostro amore, da un senso al reale.
Altrimenti davvero sarebbe inutile, come diceva il soldato di prima “non cambierebbe le sorti della guerra”.
Il martirio della nostra fede, la carità del vivere, anzi condividere, con l’altro nasce innanzitutto dalla preghiera, non dall’eroismo occasionale.
Mi colpiva un passaggio del Papa (messaggio giornata dei poveri) che leggevo nel volantino che abbiamo distribuito il giorno della colletta alimentare (16 novembre):” La carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che spesso si esaurisce”.
Nella preghiera noi viviamo l’appartenenza a Lui.
E’ in questa condivisione con Cristo, che possiamo vivere il martirio della carità in una realtà che cambia e non riconosce il dono della gratuità.
La Chiesa si costruisce sulla croce.
La Chiesa si è costituita sul dono dei martiri. Come una famiglia si costruisce sul sacrificio dei genitori.
Ecco la colonna della fede, ecco la croce.