domenica, 13 Aprile 2025
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omelia DOMENICA DELLE PALME – ANNO C 2025

La lettura della “passio” mi è sempre stata cara fin da quando, dall’infanzia, frequentavo la parrocchia e mi dispiace vedere una certa disattenzione nell’ascolto, vorrei che anche voi vivesse questa passione all’ascolto della Parola di Dio.
Penso spesso alla provocazione che il Vescovo Staglianò ci ha rivolto in estate alla festa della Madonna: ”L’80% non ascolta le letture durante la messa”.
La Passione riporta in modo delicato, come è lo stile dell’evangelista Luca, l’umanità sofferente di Gesù.
È un giorno in cui viviamo e cerchiamo di accogliere con Lui questa passione.
È solo una mia idea, ma non ho mai capito perché oggi si fa festa.
Il vivere con una certa intensità, l’ascolto della parola di Dio di questa domenica. E’ una passione che entra dentro l’umanità, la carne di Gesù.
Come il flagello e la corona di spine e i chiodi della croce.
Rileggiamo i versetti 23, 21-23: ”Ma essi urlavano: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, (Pilato) per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano.”
È un dolore, questo rifiuto da parte del popolo, che colpisce nell’intimo la tua persona, secondo me, questo rifiuto è peggio della flagellazione.
Aggiungi il rinnegamento, il tradimento e poi la fuga degli apostoli.
Immaginate per un attimo, quando i vostri figli se un giorno vi dicessero: ”Non ti riconosco come genitore, oppure i genitori dicono, ti rinnego come figlio”.
Pensiamo poi alla derisione sotto la croce dove, come diceva il Card. Martini: ”Il tutto si è svolto nell’indifferenza, cinismo e ridicolo”.
Cap. 23,35-37: ”Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».
La Misericordia viene incontro alla nostra miseria. Come abbiamo meditato domenica scorsa, il perdono della peccatrice adultera, una Misericordia che accoglie la nostre preghiera, come quella del buon ladrone: ” E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso». (23,42-43)
L’amore, la Misericordia, la carità passa solo attraverso il sacrificio:
Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre,nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.” (23,46)
C’è una comunione tra Il Figlio e il Padre.
Consegnò-affido il mio spirito. Si conclude il messaggio evangelico in un certo senso.
Nel vangelo di Luca, il tema centrale è sempre stato la dimostrazione che Gesù è il Figlio di Dio, del Padre.
C’è una comunione divina e si conclude così, nel sacrificio della croce, la fatica.
L’evangelista scrive il suo vangelo come se Gesù facesse un unico viaggio verso Gerusalemme.
Ed infine un ultimo passaggio importante :”Detto questo spirò”.
Non si dice “morì” ma “e-spirò” consegna lo spirito.
Come spiegava il biblista Silvano Fausti: ”E’ come un abbandono in Lui, inspirazione ed espirazione nell’unico respiro d’amore”.