lunedì, 10 Marzo 2025
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Omelia Domenica 2 marzo 2025 (VIII Domenica del tempo ordinario Anno C)


Domenica scorsa concludevo l’omelia dicendo che la sensibilità alla carità si forma anche dall’educazione ricevuta in famiglia.
Come riporta il vangelo di oggi: ”Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto”.
Noi viviamo la misericordia verso l’altro, se prima riconosciamo che noi abbiamo bisogno di misericordia.
Ecco perché il valore del sacramento della Confessione. Ho voluto fare la proposta proprio in questa domenica in preparazione alla quaresima.
Senza riconoscere un bisogno di conversione, dl perdono, rischiamo di essere, come dice sempre il vangelo: ”Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”
Vivere la ricerca di Dio, innanzitutto, e non fermarsi invece al giudizio dell’uomo.
Spesso il giudizio dell’uomo è limitato ad un suo bisogno, del tipo: ”Tu per me vali finché mi farai questo o quest’altro”.
È il nostro metro di misura, purtroppo ,il limitarsi all’incontro con l’altro solo dall’efficienza delle cose.
Il papa San Giovanni Paolo II con parole simili diceva: ”Noi vogliamo che l’uomo sia come un utensile di cucina che costi poco e renda molto”.
Gesù nella pagina del vangelo di oggi ci sprona ancora di più. Domenica scorsa abbiamo meditato l’invito a non fare la carità solo se mi conviene o con chi mi ricambia, ma a saper vedere nell’altro ciò che vorremmo che l’altro veda veramente ciò che siamo noi.
Nella prima lettura dal libro di Siracide, abbiamo ascoltato una frase molto bella:” Quando si scuote un setaccio restano i rifiuti”.
Quando ero studente ricordo ancora lo studio sulla parola “critica” dal greco “crino” che poi tradotto in dialetto “criveri”, l’utensile che si usa per setacciare.
Criticare non è una parola negativa, anzi è una parola positiva. Significa, appunto, “vagliare ciò che è bono”.
Noi siamo sempre chiamati a criticare tutto, cioè a mettersi in discussione, a confrontarsi con la realtà. In altre altre occasioni riprendiamo che la fede non è credere che Dio esiste ma riconoscere che Dio è presenza nella tua vita.
Ma criticare non è come tradotto nella nostra vita, cioè pettegolezzo, giudizio o , peggio, calunnia.
Gesù nel vangelo di oggi ci avverte a non cadere in questo errore grave.
“Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.”
La persona che fa spesso pettegolezzi sugli altri, è un uomo dal cuore cattivo da cui bisogna imparare a stare lontani, per non divenire simili a lui.
Il vangelo, potremo dire che a riguardo, così si enuncia: “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda”.