venerdì, 22 Novembre 2024
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Nell’autobus del mondo


Emerson, filosofo americano, racconta un aneddoto: «In una calda giornata d’estate, salii su un autobus; per mezz’ora continuai a guardare, sempre annoiato, la strada monotona percorsa dalla macchina.
I miei compagni di viaggio erano immusoniti e sonnolenti… Ma ecco, a una fermata, sale sull’autobus una giovane donna con un bel bambino dagli occhi azzurri: immediatamente l’umore di tutti cambiò… Da ogni parola, da ogni sorriso, da ogni vezzo della piccola anima innocente, un soffio di paradiso perduto sembrava scorresse su quegli uomini, imbronciati dal peso della vita.
La donna faceva saltellare il suo tesoro sulle ginocchia: tanto amore e tanta felicità splendevano sul suo volto materno, che i cuori indifferenti che l’attorniavano, sembrava si fossero rammolliti per l’azione di un misterioso calore».
Questo nostro autobus, che gli astronomi chiamano la terra, girava con fantastica velocità da migliaia di anni, col suo carico di miliardi di viaggiatori affaticati, quando un giorno, venti secoli fa, vi compare una giovane Madre, con un piccolo Bimbo tra le braccia.
Appena Ella si assise in un canto della vettura (la grotta di Betlemme), l’anima di tutti i viaggiatori si dilatò per azione di un calore inusitato. Freschezza e incanto aleggiarono sul mondo.
Da allora la Madre e il Figlio viaggiano costantemente con noi, attirandoci soavemente, rianimandoci con nuova linfa, perchè possiamo valorosamente vivere e operare.