mercoledì, 27 Novembre 2024
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Omelia Domenica 4 agosto 2024 (XVIII Domenica del tempo ordinario Anno B)


Come già vi dicevo domenica scorsa, in queste domeniche di agosto, la liturgia della parola ci invita a riflettere sul dono dell’eucarestia. Noi, come comunità, abbiamo iniziato questo mese dell’indulgenze per l’anniversario del santuario e spero che viviamo questa parola di Dio con più intensità anche per riscoprire il dono dell’eucarestia.
Un dono, appunto, come riporta il vangelo:”Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
La parola eucarestia significa “rendimento di grazie”.
Noi viviamo la fede perché abbiamo questo dono, alimento che ci sostiene e ci mette anche in comunione con il regno dei cieli. Ecco perché il segno delle indulgenze è importante.
Viviamo una comunione con Dio.
Il Papa molte volte lo riporta:“Nell’Eucaristia si comunica l’amore del Signore per noi: un amore così grande che ci nutre con Se stesso; un amore gratuito, sempre a disposizione di ogni persona affamata e bisognosa di rigenerare le proprie forze”.
Pensiamo al periodo estivo che stiamo vivendo. Spesso accade che lo si vive con dissolutezza, cioè, come se ci mettessimo in pausa dalla fede.
E’ vero che bisogna riposarsi, ma dalle fatiche umane, non da quelle spirituali.
Senza Messa domenicale non c’è settimana.
Non cadete nell’errore del dire:”L’importante è fare del bene”. La carità (che è diversa dal nostro intendere del bene) nasce e si rafforza nella comunione con Dio.
“Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà”. (vangelo)
Molto bello il commento a questo versetto che ha fatto il biblista Silvano Fausti:”Il vero cibo dell’uomo che lo distingue dall’animale è la parola che dà senso ad ogni realtà e crea relazione tra le persone.” E poi continua e ci aiuta a capire quello che dicevo prima, la distinzione tra bene e carità: ”Il cibo di cui si parla non è un’ambrosia o un nettare che garantisce l’immortalità ma un modo concreto di vivere il pane ogni giorno come parola scambiata con il padre: è il dono dello Spirito che ci fa vivere da figli e da fratelli”.
Cosa è veramente vero nella nostra vita?
Questa domanda ci invita ad una risposta, a vivere, cioè, un cammino e non una fede saltellante che non porta da nessuna parte e non lascia nessuna testimonianza a chi ci segue.