Oggi noi, come comunità parrocchiale, viviamo un momento storico:L’apertura del mese delle indulgenze per il 10° anniversario del santuario.
Ho pensato proprio di proporre una riflessione sul “ritorno a casa”,prendendo spunto da un’opera di don Luigi Epicoco “Sale, non miele”. (pag. 126-136)
Quale casa innanzitutto:La casa del Padre.
Il nostro destino è tornare a casa da Lui e Lui, Dio Padre, ci offre la libertà della scelta del cammino.
Quando non sente questo destino, quando non scopre di avere una meta, allora l’uomo è disperato e distrutto dentro , anche se fa mille cose.
Cos’è il peccato se non quello che disse Gesù a Pietro? Gesù si volse e disse a Pietro: “Vattene via da me, Satana; tu mi sei di scandalo. Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma delle cose degli uomini”.(Matteo 16,23)
Per salvarsi c’è bisogno della “kènosi”, cioè, della discesa del Figlio che come se scendesse dentro il pozzo del nostro peccato e ci tirasse fuori. Non ci salviamo da soli. Non ci possiamo prendere dai capelli e tirarci fuori dal pozzo del peccato.
Il peccato o il male è quando tu tagli la strada che porta verso Dio. Lo “scandalo” è questo, cioè un ostacolo che ti ferma.
Dio ama noi per come siamo, anche con la nostra miseria.
Come scrive san Paolo: ”Cristo è morto per noi, quando noi eravamo ancora suoi nemici”.(Rm, 5,8)
Non dimentichiamo l’essenziale della Redenzione.
Chi opera quando celebriamo l’Eucarestia o gli altri sacramenti?
Pensiamo alla Confessione e alla Eucarestia, i due momenti delle indulgenze.
Cristo opera. E’ Lui la salvezza che viene verso di noi.
Noi partecipiamo alla S. Messa, non assistiamo. Noi siamo i protagonisti di ciò.
Ricordate quello che dice il sacerdote dopo l’offertorio: “Pregate, fratelli e sorelle, perché il mio e VOSTRO sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente”.
Rileggendo poi il vangelo, pensiamo alle “grandi conversioni” come quella di Zaccheo in particolare.
Cos’è la conversione se non quello di sentirsi chiamati: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”.
Gesù non ha paura del giudizio della gente che era lì intorno.
C’è un aspetto anche più importante della conversione.
Gesù non chiede in cambio la tua conversione perché Lui ti ha offerto la Redenzione.
Ti ama e basta.
Cristo crocifisso non è un “senso di colpa” del tipo: ”Io sono morto per te e tu non fai nulla”.
Quando è così, è normale che poi la conversione finisce subito.
Dio ama, è un’ offerta, non uno scambio.
La Grazia non è un mercato.
Come insegno ai più piccoli, lo ripeto a voi: ”Il 4° comandamento non dice “rispetta il padre e la madre” ma “onora il padre e la madre”.
Il rispetto è segno di uno scambio. Onorare, invece, è offerta.
Dio offre l’amore: A te la libertà di viverlo.