Siamo qui riunti per vivere la seconda edizione della festa “estiva” del nostro Patrono.
La domanda che ci poniamo è: ”Perché vivere questa continuità?”
Perché ho bisogno dei santi.
Ho bisogno di loro non solo perchè intercedano presso il Padre per la mia salvezza, ma anche perché la mia vocazione battesimale abbia sempre più un senso.
Famosa è la frase: “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”.
(Bertolt Brecht).
Mi ha sempre colpito questa espressione pensando anche a quanto sia difficile far comprendere che la vera “rivoluzione” deve partire dal basso, cioè, da un popolo e non da un singolo. Da un popolo che ha come bandiera “Cristo”.
L’eroe che per me è il santo patrono, mi indica ma non si sostituisce al mio cammino di fede.
Ho bisogno dei santi perché la mia fede deve pur vivere anche di segni.
È partendo da questa realtà, dal vivere e avvertire il mistero di Dio nella mia vita, che si comunica in una compagnia nuova che è la Chiesa, non solo a non sentirmi solo, ma per vivere quella certezza che la meta darà un senso anche al deserto della mia solitudine.
La fede è solitudine per chi la vive intensamente.
Quella solitudine non negativa o limitata alle poche presenze, ma la solitudine della domanda :”Ha senso tutto ciò?”
San Giovanni della Croce insegnava: ”Rinnega i tuoi desideri e troverai quello che il tuo cuore desidera”.
I santi, i martiri in particolare come il nostro Patrono san Biagio, ci hanno educato alla fede proprio in questo, nel cercare ciò che è vero e non ciò che è effimero.
Come saper riconoscere una via che, a volte, può apparire tortuosa e sempre misteriosa?
Sempre san Giovanni della Croce:” Per venire a ciò che ora non godi, devi passare per dove non godi. Per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai. Per giungere al possesso di ciò che non hai, devi passare per dove ora niente hai. Per giungere a ciò che non sei, devi passare per dove ora non sei”.
Siamo chiamati a vivere intensamente quel reale di cui noi siamo protagonisti in una consapevolezza che ci avvolge e ci fa accogliere l’altro.
La festa patronale è la festa della comunità,con tutto ciò che comporta.
“La conclusione logica del sacrificio di sé è che l’individuo si sacrifica per la comunità, la comunità si sacrifica per il distretto, il distretto per la provincia, la provincia per la nazione e la nazione per il mondo. Una goccia strappata dall’oceano perisce inutilmente. Se rimane parte dell’oceano, ne condivide la gloria di sorreggere una flotta di poderose navi”.(Mahatma Gandhi)
Siamo naviganti e la fede è la carità di attendere, come fa la sposa del marinaio che attende il ritorno del suo amato.
A volte tarda, ma noi siamo una compagnia che attende con lo sguardo al cielo e mi piace immaginare i santi martiri che proprio in quel momento cruciale e supremo della loro vita, hanno rivolto a Colui che è la vita, che vivere per Cristo è stata la più bella avventura.