Il vangelo di questa domenica riporta un aspetto di Gesù che spesso trascuriamo: ”La Sua tenerezza per l’uomo”.
Riprendiamo due passaggi:
1-“Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’».
Gesù comprende la stanchezza del missionario. Ci sono momenti in cui il missionario (cioè tutti coloro che annunciano il vangelo, come anche gli operatori pastorali ecc…) hanno bisogno di un momento di riposo.
Noi consacrati durante l’anno facciamo gli “esercizi spirituali”.
Perché c’è bisogno di questo riposo?
Non è tanto un riposo fisico, ma del cuore.
Si rischia di vivere un attivismo frenetico che poi ci porta a staccarci da ciò che è l’ideale e pensare di convergere tutto su se stessi, dimenticando un passaggio importante che possiamo riassumere in un detto popolare: ”Tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile”.
Lo abbiamo già riflettuto domenica scorsa: ”La conversione non avviene per opera dell’uomo, ma è una Grazia”.
Il riposo del cuore, cioè riprendere quel rapporto con Dio, perché il cuore dell’uomo non si affatichi e ricordi ciò che è l’essenziale.
“La Chiesa non ha la funzione di impedire al mondo di passare, ma di santificare il mondo che passa”. (Etienne Gilson)
2-“Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore e si mise a insegnare loro molte cose”.
Lo ripeto sempre: Il termine “compassione” non va tradotto come facciamo noi di solito ”pietismo-mi dispiace ecc…” ma come ci ha insegnato Benedetto XVI nella spiegazione della parabola del Buon samaritano dove anche lì si usa questa termine.
La traduzione è: ”Gli si spezzò il cuore, un amore viscerale”.
Gesù ama l’uomo per quello che è .
Ti ama per ciò che sei e con tutto ciò che tu porti con te.
“Vorrei che scrivessero i difetti dei santi e quanto essi hanno fatto per correggersi: ciò servirebbe ancor più dei loro miracoli e delle loro estasi” .(Santa Bernadette)