Dal vangelo abbiamo ascoltato l’espressione che più volte ci capita di ripetere in tante occasioni:”Amatevi l’un l’altro”. Se sapessimo veramente cosa significa la parola amore, scopriremmo che in realtà noi ci “tolleriamo”, perché amarsi significa vivere fino in fondo la carità verso l’altro e nel matrimonio è una carità vera.
Non perché faccio quello che tu desideri. Non siamo schiavi di nessuno, ma quel donarsi pienamente all’altro perchè nell’altro io scopro che c’è un disegno, un destino, una vocazione, una strada che in te io vivo per andare oltre.
Avete scelto voi le letture, eppure la prima lettura ci invita a riscoprire che abbiamo un destino comune, a scoprire che questo cammino noi non lo viviamo da soli.
Questa è la bellezza dell’amore: Che non sei solo nel cammino.
L’altro non è un peso, come spesso capita di sentir dire”Tu sei la mia croce”. Tu sei la mia strada.
Io realizzo la mia vita attraverso te . Non realizzo la mia vita perchè riesco ad ottenere ciò che desidero. La carità, l’amore vero diventa tale quando vedi che l’altro che ami è felice,come lo sono i genitori quando vedono i figli sposarsi. Felici non perchè se ne vanno da casa, ma perché è come se loro avessero raggiunto lo scopo della loro vita.
L’amore coniugale vive la sua carità quando scopri ogni giorno che l’altro è una risposta ad un tuo bisogno.
Non il bisogno di un compagno, ma il bisogno di vivere una compagnia,
quella compagnia che costruisce accanto a se’ un mondo migliore.
Questa è la vera testimonianza di due sposi cristiani: Non cadere nella tentazione di fermarsi e di adeguarsi al mondo.
“La disperazione più grande che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere rettamente sua inutile”.(Corrado Alvaro)
Non abbiate paura di andare oltre.
Amore è ricominciare sempre, ogni giorno e rivivere ogni giorno questo momento che ha fatto di voi un evento nella storia.
La storia non è fatta solo di guerre o di sofferenze, ma di bellezza, di quella bellezza che noi costruiamo , custodiamo e che noi lasciamo poi ai nostri figli.
Guardate questa chiesa. Pensate a chi l’ha costruita, a ciò che ha vissuto nel vederla crescere, mattone dopo mattone.
Noi cosa stiamo costruendo?