sabato, 23 Novembre 2024
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omelia DOMENICA ASCENSIONE – ANNO B (domenica 12 maggio 2024)


La festa di questa domenica dell’Ascensione è un’occasione che ci aiuta a meditare sul senso ultimo delle cose.
Senza questo “senso ultimo”, cosa rimane del nostro fare?
Cos’è la vita se non un cammino verso….?
L’Ascensione di Gesù è questo invito che Lui vive per noi affinché l’uomo non perda di vista ciò che veramente è. Reale e’ ciò che veramente conta.
Essi (gli apostoli)stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». (prima lettura)
C’è lo stupore che avvolge gli apostoli, un Mistero che coinvolge anche noi, perché se pensiamo alla morte, al momento in cui la nostra vita si ritrova “faccia a faccia” con la domanda capitale della vita, c’è quella luce che è speranza, c’è quella parola che infonde speranza alla nostra paura: ”Verrà”.
L’Ascensione è segno della benedizione. Le mani di Cristo sono diventate il tetto che ci copre e, insieme, la forza che apre la porta del mondo verso l’alto. E’ benedicendoli che egli se ne va, ma vale anche il contrario: benedicendoli egli resta”(Card. Ratzinger)
Noi viviamo in questa attesa, viviamo protesi verso Colui che accoglie le fatiche del nostro cammino nella fede e voglio immaginare come nell’ultima cena, ci laverà i piedi, ci toglierà i nostri peccati, ci scioglierà dal legame materiale a questo mondo e ci purificherà con quella Grazia che ci porterà a gustare quel banchetto celeste che ha preparato per noi.
Come riporta il passo di Isaia: “Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perché ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza».
La nostra fede non può limitarsi al solo momento empirico. Senza questo sguardo che va oltre le nuvole del mondo, non potremo vivere un senso delle cose che non sia altro che un mezzo, una scala che ci porta a Lui.
Pensiamo alla ricchezza. E’ un bene se essa diventa occasione di carità.
Pensiamo alla scienza. Essa è un bene se la viviamo per essere costruttori di pace e non di armi.
Dio ci chiama e ci coinvolge.
Riprendiamo la conclusione del vangelo di oggi: ”Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano”.
È bello e fondamentale pensare a questo passaggio: ”Il Signore agiva insieme con loro”.
Gesù è compagnia nel nostro cammino di fede. È un’amicizia non limitata ad un offrirsi, ma è esserci.
È luce che ci precede nella via.
La Sacra scrittura è l’indicatore stradale: Cristo è la strada”. (Kierkegaard)