Domenica scorsa con i vostri amici del primo turno, ci siamo soffermati sulla gioia della festa in famiglia.
Questo legame, come riporta il Vangelo ”La vita e i tralci”, ci rende comunicatori della gioia di stare insieme nella festa.
Oggi con voi, mi voglio soffermare sul “Fare comunione”.
Il vangelo di oggi ci insegna : ”Dare la vita per gli amici”.
Fare la carità, vivere, cioè, l’amore per l’altro a cui Dio ci educa ogni giorno, non è la parola a caso dire “amore-carità”.
Ricordo una battuta in un film comico: “Perché si usa la parola amore nelle poesie?” E l’altro rispondeva: ”Perché fa rima con cuore”.
L’Eucarestia è un atto d’amore supremo. E’ un po’ difficile da capire. È un sacramento e, quindi, Mistero.
La Grazia dello Spirito Santo non si vede ma si vive.
Quando ripetiamo che Gesù da’ la vita per gli amici, pensate ad una cosa avvenuta nell’ultima cena. Gesù celebra, diremmo “la prima messa” con tutti gli apostoli . C’è anche Giuda, colui che poi lo tradirà. Gesù sa quello che lui farà dopo, però gli offre ancora un’ultima possibilità per cambiare idea.
Quello di Gesù è un amore che costruisce.
Perché noi facciamo la Comunione ogni volta che partecipiamo alla S. Messa se non per amare come ama Lui?
Tante cose non avvengono per caso.
Ad esempio, mentre preparavo l’omelia di oggi, ascoltavo la canzone di Bertoli e dei Tazenda “Spunta la luna dal monte”. Una canzone vecchia di 30 anni fa, eppure mi sono messo ad ascoltarla con più attenzione, leggendo il testo naturalmente. Vi riporto l’ultimo passaggio: “Tra volti di pietra tra strade di fango
Cercando la luna, cercando
Danzandoti nella mente,
Sfiorando tutta la gente
A volte sedendoti accanto
Un canto di sponde sicure
Di bimbi festanti in un prato
Voce che sale più in alto
Di un sogno mancato”
Il povero cerca il nostro aiuto e la carità diventa occasione, non aspetta l’occasione.
Sapete cosa ci dà l’Eucarestia in tutto questo?
Il dono di saper riconoscere il Mistero di Dio nella nostra vita.
(vedi racconto “la regina che si traveste da povera”)