domenica, 24 Novembre 2024
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Relazione: INCONTRO GENITORI 1^ COMUNIONE 2024


Quando ci si riunisce con i genitori è naturale che si discute sulla sfida educativa senza usare le cosiddette “frasi fatte”, del tipo: ”I tempi sono cambiati , ora non c’è rispetto, ecc…”
Ricordo quello che mi diceva un mio professore esperto in pastorale giovanile: “Anche Aristotele si lamentava dei giovani del suo tempo”.
Se Dio ha scelto per noi questo destino, cioè, questo tempo, luogo e spazio, è perché ha una proposta per noi e ci chiede di essere protagonisti.
Partiamo dalla priorità che non vi siete scelti per caso e, soprattutto, che Dio non vi ha dato la Grazia di essere genitori “per caso”.
Ad un corso per coppie dicevo :”I figli non si fanno solo in due, ma si vogliono in due”.
Questa comunione che parte dall’alto poi arriva a chi avete accanto.
Nella sfida educativa, purtroppo, c’è un aspetto che si da per scontato o peggio delegato ad altri che sono le catechiste e altri educatori.
La risposta è semplice: ”Come si può educare in una serie di incontri che al massimo saranno 20 in un anno con un totale di neanche 20 ore?”
Come vi ripetono le maestre e gli altri insegnanti: ”Se vi sta a cuore la cultura dei vostri figli, voi dovete controllare se fanno i compiti”.
È una scusa il fatto della distanza delle vostre abitazioni con la chiesa perché dove volete, vi muovete. O come dite: “Al calcio o danza, li portiamo, perché lì si paga”.
Senza sacramento non c’è fede. Ma per viverlo come tale ci si prepara insieme.
Non dimenticate che la gioia del figlio coinvolge anche voi, ma se per voi è una “scocciatura” perché siete preoccupati più per la festa e il resto, fate crollare come argilla, tutto il cammino.
A proposito di festa, mi preme sottolineare una cosa che spesso ripeto nelle altre feste e festività dell’anno. Mi immedesimo nei fanciulli che non possono avere ciò che gli altri hanno.
Non è un bene fare a gara e postare foto ecc.. dei regali o altro. Come dico sui social: ”Non è bello postare foto di pranzi e ogni bene e poi altri stanno lì a guardare e fanno il confronto con il poco o il nulla che hanno in tavola”.
Un buon educatore osserva la realtà e fa delle proposte adeguate ad essa. Non propone “castelli in aria” e quando una proposta è seguita, usa il metodo di san Paolo: ”Vagliate tutto e trattenete ciò che vale”.
Soprattutto la sfida educativa ci impone una priorità: ”Non avere una visione miope dell’educazione”, cioè non limitarsi solo al momento, ma guardare in avanti.
Come dice il detto: ”L’albero si raddrizza da piccolo”. (ma se vuoi un albero sano)
Non cadete nell’errore di prendere un discorso educativo con i figli, solo in base ai mass-media. Avete presente quando si parla del rispetto verso le donne? Perché lo si fa solo nel caso di un femminicidio?
E poi non dimentichiamo che noi veniamo da un cultura maschilista, anche da parte delle donne. (Ricordate il libro o film: ”Volevo i pantaloni?” oppure quello più recente “C’è ancora domani”)
E’ evidente anche quella “mala-educazione” che proponevano soprattutto i genitori della generazione passata: “Il problema è di chi ha figlie femmine”.
Le proposte nella nostra comunità parrocchiale, sono tante e varie.
Vi riporto quello che diceva la mamma di don Antonio Mazzi (un prete che spesso prima si vedeva in tv): ”Vai all’oratorio, male non ti fa”.
Ecco perché per il prossimo anno, i fanciulli che ormai saranno “ragazzi” vi consiglio di seguire la proposta educativa dell’A.C.R.
Senza una presenza, come possiamo fare?
Il coinvolgimento che dovete avere con i vostri figli, al di là del ricatto che fate in questi giorni: ”Se non ti comporti bene alla prima Comunione non ti faremo nessun regalo…”
Non usate il sacramento per la “mala-educazione” al cammino di fede.
Alcune volte mi capita di assistere ad alcuni discorsi di genitori che quando accompagnano i figli da qualche parte dicono loro: ”Se non ti comporti bene, il prete, il prof., l’allenatore…si arrabbia”.
È diseducativo perché non è così che voi educate al rispetto dell’autorità.
Provate invece a fare la differenza al contrario.
Non notate come i vostri figli, sono più propositivi a venire a messa o a scuola ecc,. quando vedono una vostra partecipazione?
Come ad esempio quando si va a visitare i nonni. Per loro è normale. Ora che crescono la vedono come una “scocciatura” ma non è che per caso lo è anche per voi?
Io lo dico spesso ai fanciulli: ”Andate a trovare i nonni “paterni” perché non c’è gioia più grande per un papà vedere che i figli vanno volentieri e da soli”.
Coinvolgete i nonni in questo cammino. Non sono solo una presenza del “regalo”.
Una famiglia non è solo quando ci si siede a tavola.