domenica, 24 Novembre 2024
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Omelia Domenica 21 aprile 2024 (IV DOMENICA DI PASQUA – ANNO B 2024 (Giornata delle vocazioni)


La nostra vita è un cammino verso Dio,un cammino che noi chiamiamo destino o vocazione.
Destino: Il destino, cioè l’ideale, è la cosa più presente che ci sia. Infatti, quello che sei in questo momento ha consistenza per l’ideale, ha consistenza per il destino; altrimenti svanirebbe, il tempo lo incenerirebbe. (don Giussani)
Vocazione: Così il dono della vocazione è come un seme divino che germoglia nel terreno della nostra vita, ci apre a Dio e ci apre agli altri per condividere con loro il tesoro trovato».
La vocazione, include la missione e non c’è piena realizzazione di sé senza offrire agli altri la nuova vita trovata.
(Papa Francesco)
L’uomo è chiamato da Dio e Lui si offre come Via in questo cammino, non indica solo la Via e poi ti lascia solo, ma si offre come Via, si offre, cioè, come compagnia nella tua vita.
In questa domenica di preghiera per le vocazioni, la Chiesa ci propone il Vangelo del Buon Pastore.
Proprio i primi versetti ci aiutano a capire cosa significa che Dio si offre come compagnia:”Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”.
Dare la vita che noi gustiamo nel sacrificio eucaristico.
Proprio noi consacrati a Dio nel dono del sacerdozio, viviamo l’Eucarestia, offriamo l’Eucarestia al mondo. Una parrocchia senza messa è una parrocchia vuota. Porterei il paragone:”Una chiesa senza Messa diventa un salone, che sia di giochi, solidarietà ecc,… ma non è Chiesa”.
Gli uomini e le donne, chiamati a vivere la propria vita totale in Cristo, questa scelta di essere Suoi, fa sì che ogni nostro passo non sia fatto invano, non sia un cammino ma diventi un pellegrinaggio, un andare verso… la realizzazione del nostro destino-vocazione.
Ogni vocazione, se vissuta in quel desiderio pieno e vero, chiede responsabilità. Fatica e sofferenza: La gioia è un frutto che nasce dalla sacrificio del seme.
In questo cammino, cerchiamo e viviamo il desiderio di Dio, della sua compagnia. Come riporta il brano del vangelo:”Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me”.
Vivere quel rapporto intimo col Padre, vivere quell’unione che ci fa famiglia.
In questo cammino di scelte, quella di essere prima di avere, ci porta a guardare oltre la sola apparenza, la delusione e spesso apatia del cammino pastorale.
L’allora card. Ratzinger scriveva: ”Noi tutti abbiamo di continuo bisogno che Egli si faccia presenza ai nostri sensi, ci accarezzi il volto, parli alle nostre orecchie, affinché la memoria di Lui sia viva e ci dia vita”
Il Buon pastore è la misericordia che viene incontro alla nostra miseria.
Ci fa forti, nello scegliere di seguirlo.
Oggi ci si preoccupa che le vocazioni sono diminuite. Si valutano le cause e si fanno proposte, ma sempre una rimane attuale e Gesù stesso ce lo insegna:”La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Non tutti siamo chiamati alla vita consacrata, ma tutti siamo chiamati ad essere protagonisti nella preghiera e sensibilizzazione per le vocazioni.